sabato 5 luglio 2008

Il Sindaco di Napoli Jervolino a Brescia


(fonte WWF)

Successo del comitato di accoglienza al sindaco Jervolino oggi in visita guidata all’impianto di incenerimento di Brescia, erano presenti molte persone tra cui gli attivisti del WWF Lombardia a sostegno di quelli Campania che hanno distribuito una scheda con i dati relativi alla raccolta dei rifiuti nella provincia lombarda.


Più raccolta differenziata e riduzione a monte dei rifiuti. Questi i suggerimenti del WWF al Sindaco Jervolino in visita oggi all’inceneritore di Brescia.

“La delegazione campana, invece di recarsi in "gita" presso l'inceneritore bresciano, avrebbe dovuto semmai visitare il Consorzio Priula del Veneto, realtà modello nella gestione dei rifiuti, basata su
una concezione del prodotto diretta a prevenire la produzione stessa del rifiuto fin dall'origine.
Siamo solidali con i cittadini campani tanto più che anche in Lombardia, con tutti i progetti di nuovi inceneritori, la strada non è certo quella dell'aumento della raccolta differenziata (che per esempio a Milano è ferma al 44,6%). “ ha detto Paola Brambilla Presidente WWF Lombardia.

Per fare chiarezza sul tanto decantato inceneritore di Brescia, che secondo l’amministrazione comunale di Napoli andrebbe preso ad esempio, il WWF Lombardia, presente oggi davanti i cancelli dell’inceneritore, ricorda:

· Sull’inceneritore, e quindi sull’Italia, pesa una condanna europea per mancata applicazione della normativa sulla Valutazione d’Impatto Ambientale;

· I livelli qualitativi e quantitativi di raccolta differenziata della provincia di Brescia sono piuttosto deludenti, solo del 34,2%, rispetto a Bergamo (49,8%), Lodi (50,3%), Lecco (52%), Varese (53,8%), Cremona (54,9%). La stessa Milano, che pure è una grande metropoli, riesce a fare meglio attestandosi su un 44,6%. Ovviamente non mancano in altre regioni esempi ancora più virtuosi: è il caso, ad esempio di Novara (in Piemonte) che supera il 61% di raccolta differenziata o di Treviso che già supera il 66%;

· Aumento della produzione pro capite e complessiva dei rifiuti: visto che l’inceneritore, una volta costruito, deve continuare a funzionare e a bruciare questo mal si concilia con una virtuosa gestione del rifiuto che preveda la riduzione a monte. Lo dimostrano le cifre: il sovradimensionamento dell’impianto di incenerimento di Brescia non solo a prodotto una stagnazione quali-quantitativa della raccolta differenziata, ma ha di fatto impedito di conseguire obiettivi di riduzione della produzione dei rifiuti che vedono la città di Brescia attestarsi ad un poco invidiabile valore di 713 kg pro capite/anno, quando città come Treviso, che ha puntato fortemente sul sistema porta a porta, ne producono meno di 400 kg;

· Inefficienza complessiva del sistema di teleriscaldamento. A fronte di un potenziale utilizzo del teleriscaldamento per 365 giorni all’anno, nella realtà poi esso serve solamente nella stagione invernale, quindi per circa 1/3 dell’anno. A Napoli, il termoriscaldamento sarebbe ancora meno efficiente, viste le temperature medie più alte rispetto a Brescia;

· Produzione di elevati quantitativi di rifiuti speciali, anche pericolosi, da smaltire sotto forma di ceneri e scorie; è interessante notare come circa un terzo dei rifiuti prodotti a Brescia e per lo più trattati dall’inceneritore debbano comunque essere conferiti alla fine in discarica: questo dimostra come l’incenerimento dei rifiuti non sia sostitutivo delle discariche ma piuttosto di serie politiche di riduzione e di recupero di materia (tramite le raccolte differenziate). Se il “modello Brescia” fosse applicato in Campania, dove la produzione di rifiuti solidi urbani si attesta oggi sulle 2.800.000 tonnellate, avremmo da conferire in discarica oltre 900.000 tonnellate di rifiuti speciali e in buona misura pericolosi;

· È un sistema rigido: alcuni quartieri di Brescia sono sorti senza la possibilità di utilizzare il metano per riscaldarsi e cucinare in quanto già teleriscaldati dall’impianto di incenerimento. Questo ha costretto questi quartieri a utilizzare energia elettrica per cucinare, cosa che ha portato a un incremento di consumo di energia elettrica venduta, tra l’altro dalla stessa società di gestione dei rifiuti, con un danno ambientale non indifferente, vista l’inefficienza del sistema di produzione di questa energia ricavata dai rifiuti.


Napoli, 4 luglio 2008

sabato 28 giugno 2008

Il governo se ne frega della Campania

In allegato la notizia di agenzia (DIRE); analogo emendamento è stato proposto da Francesco Barbato (IdV)

Roma, 19 giu. - "La maggioranza boccia l'emendamento anti
Gomorra. E' un pessimo segnale che indica la mancanza di volonta'
di risolvere alla radice una delle cause principali del degrado
della situazione campana". Lo afferma Ermete Realacci, ministro
dell'Ambiente del Governo Ombra del Pd, a proposito della
bocciatura dell'emendamento democratico che proponeva un gruppo
interforze contro i trafficanti di rifiuti nel Dl per l'emergenza
rifiuti in Campania.
L'emendamento proposto da Partito Democratico, spiega
Realacci, "prevedeva la costituzione di un intergruppo tra varie
forze dell'ordine per un piu' efficace controllo nelle zone
critiche del casertano, del domiziano flegreo e dell'area
vesuviana, quelle aree dove i clan della camorra sono piu' attivi
nello smaltimento illecito dei rifiuti". Insomma, "si sarebbe
trattato di un valido strumento di contrasto alle ecomafie-
conclude- ma evidentemente la maggioranza non ritiene che questo
che sia una priorita'".

mercoledì 11 giugno 2008

PER CHI BRUCIA LA CAMPANIA? (di Antonio Marfella)

Pubblichiamo un intervento dal fronte caldo della emergenza campana, in cui si evidenziano le perplessità sulle scelte di megalomania impiantistica in atto; tali scelte con dati alla mano lasciano intravedere il rischio di dover importare materiale combustibile per l' ammortamento degli impianti

Considerato che:

a) Il recente Decreto Legge emanato dal Consiglio dei Ministri il 24 maggio 2008 prevede in Campania la installazione di 4 inceneritori per rifiuti indicando la portata di uno solo dei 4 (Acerra = 600.000 tonnellate/anno) . Dati ufficiosi sulla portata degli altri tre prevedono :
1) Salerno : 600.000 tonnellate/anno
2) S.Maria La Fossa : 400.000 tonnellate/anno
3) Napoli (est o ovest) : 400.000 tonnellate/anno
Per un totale quindi di 2 milioni di tonnellate/anno di portata per rifiuti solidi urbani.

b) il PIANO PASER 2007 (evidentemente non a conoscenza del Governo……) di sviluppo regionale della Regione Campania prevede altresì lo sviluppo di una serie di impianti di cosiddetto incerimento di biomasse sulla base di una stima di biomasse disponibili in Campania pari ad oltre 3,4 milioni di tonnellate/anno di biomasse disponibili, elaborata nel marzo del 2007. La disponibilità di biomasse stimata dalla stessa regione Campania nell'ottobre del 2006 si aggirava invece su 1.5 milioni di tonnellate di biomasse/anno rispetto ad una realtà disponibile che, su stima della comunità di agronomi della Provincia di Benevento, non supera invece le 600.000 tonnellate/anno complessive reali. Si ricorda infatti che la stima di 3.4 milioni di tonnellate/anno di biomasse disponibili è pari a quanto stimato per la Regione Baviera (la Regione piu' boscosa di Europa) e all'incirca pari al 50% di quanto stimato disponibile in Germania! Sulla base di questa palese quanto falsa sovrastima di biomasse quindi sono in fase di avanzata progettazione/costruzione una serie di sovradimensionati impianti a biomasse distribuiti per la intera Regione Campania ma con maggiore concentrazione sempre nelle Province di Napoli e Caserta (Pignataro Maggiore, S. Vitaliano, S. Salvatore Telesino, Reino, Postiglione, Atena Lucana, ecc. ecc.) con portate variabili da un minimo di 40.000 tonnellate/anno ad un massimo di 150.000 tonnellate/anno (Pignataro Maggiore, Atena Lucana), per una "potenza di fuoco" complessiva non inferiore a 1.5 milioni di tonnellate/anno complessive. La somma totale a regime di tutta questa serie di impiantistica "inceneritoristica" porta quindi ad una portata complessiva, in un Regione come la Campania (che sinora non ha visto la costruzione di un solo inceneritore a norma), pari a non meno di 3.5 milioni di tonnellate/anno di materiale da incenerire tra rifiuti e biomasse e si ricorda che in base a un decreto legge anche le cosiddette "ecoballe" sono potenzialmente in grado di essere riconducibili a biomasse da incenerire per termovalorizzazione.

c) La Campania produce circa 2.800.000 tonnellate/anno di rifiuti urbani cui si vanno ad aggiungere circa 6 milioni di tonnellate di cosiddette "ecoballe" attualmente depositate senza altra precauzione in vari siti dispersi per il territorio ( in particolare Taverna del Re nel Casertano definita dalla Magistratura "discarica a cielo aperto non a norma") per un totale quindi di circa 9 milioni di rifiuti da smaltire ( non necessariamente tramite incenerimento). Una volta smaltita questa quantità di rifiuti , sulla base delle vigenti norme di legge europee ed italiane , la quota da smaltire, escluso la frazione da riciclare e compostare, non supera però la quota di 600.000 tonnellate/anno come confermato dall'assessore all'Ambiente in carica Walter Ganapini!

Ammessa quindi la necessità, non obbligatoria per legge, di smaltire per incenerimento anche i 6 milioni di ecoballe, ne consegue che la attuale portata degli impianti previsti è ampiamente in grado di raggiungere e completare lo smaltimento per incenerimento entro due, massimo tre anni dalla realizzazione di tali impianti, (come infatti dichiarato in piu' occasioni anche dal Presidente del Consiglio) ma che quindi, per contratti non inferiori ai venti anni di esercizio, la Campania , in totale contrasto con tutte le normative di legge vigenti, sia italiane che europee, e in piena e totale violazione di qualunque trattato internazionale di riduzione di CO2, si avvia a disporre di una impiantistica di incenerimento complessiva pari a pressocche' il 100% della sua reale disponibilità di produzione annua di materiale da incenerire ( 2.800.000 tonnellate di rifiuti piu' circa 600.000 tonnellate reali di biomasse = circa 3.4 milioni di tonnellate/anno!) .

Ammettendo nel contempo la partenza e la realizzazione di congruo numero di impianti di compostaggio e di un minimo di raccolta differenziata, stimabile al 35% l'una (900.000 tonnellate/anno) e almeno al 20% l'altra (600.000 tonnellate/anno) ne consegue un evidente sovradimensionamento di tutta la impiantistica prevista di circa almeno 1.5 milioni di tonnellate/anno per non meno di 17 - 18 anni di esercizio per impianti che funzionano ininterrottamente sulle 24 ore senza possibilità di sospensioni di attività.

Appare quindi logica e matematica deduzione che è in atto la realizzazione di impianti di incenerimento sovradimensionati nel complesso per non meno di 1.5 milioni di tonnellate/anno di materiale che non potrà essere in nessun caso prodotto all'interno della Regione Campania. La conferma della sovrastima delle biomasse disponibili proviene dalle stesse ditte che in vari casi (Postiglione, S. Vitaliano) sinora esplicitamente dichiarano che la biomassa necessaria sarà comprata e trasportata dall'estero (olio di girasole dalla Romania, ecc)

Tale cifra complessiva è purtroppo terribilmente e spaventosamente vicina a quanto stimato dalle indagini della Magistratura come movimento complessivo di smaltimento di rifiuti industriali provenienti da altre Regioni di Italia (prevalentemente dal Nord industriale) e sinora destinate a discariche illegali ma anche legali ( vedi Pianura) cioè non inferiore al milione di tonnellate/anno per gli anni considerati dalle indagini.

Non esiste Nazione, Stato o Regione al mondo che realizzi sul proprio territorio impianti di incenerimento sovradimensionati alle proprie esigenze, sulla base del principio di legge europeo di incentivare la riduzione e il riciclo e non l'inverso, ed evitare soprattutto di incenerire indifferenziatamente anche rifiuti tossici e/o pericolosi.

Si precisa altresì che, di sola acqua necessaria per il raffreddamento e la manutenzione di una impiantistica di tale portata, sarà necessaria una portata di acqua pari a non meno il 10% del fabbisogno idrico di una città come Napoli in una Regione che tende alla desertificazione di una percentuale del proprio territorio regionale non inferiore al 7%.

Come beffa finale, si precisa ancora che l'unico impianto non previsto di incenerimento sul territorio campano è invece quello per rifiuti speciali ospedalieri per una necessità non superiore alle 20.000 tonnellate/anno, ciò che impone alle vuote casse regionali ulteriori e gravose spese per smaltimento extraregionale di tali rifiuti (all'incirca non meno di 250 milioni di euro/anno). In questi giorni, abbiamo visto presente anche all'interno dei treni di rifiuti urbani semplici inviati all'estero (caso treni radioattivi ad Amburgo) tale categoria di rifiuti alimentando ulteriori e concreti dubbi sulle loro modalità di smaltimento intraregionale in presenza di impianti di incenerimento indifferenziato cosi enormemente sovradimensionati o di discariche non strettamente controllate.

Tali considerazioni, in ogni caso perfettamente logiche, lanciano una luce sinistra quanto tragica sulle motivazioni di questa palesemente realizzata ad arte "emergenza rifiuti" che vive anche oggi la Regione Campania. In conclusione, questo palese, tossico, gravissimo e fuorilegge "GIGANTISMO" impiantistico della Regione Campania con una previsione per la sola Napoli di inceneritori per tremila tonnellate/giorno rispetto alle 1.500 di RSU prodotti (inceneritori di Barcellona + Vienna = 500mila tonnellate/anno per due milioni di persone ciascuno; Acerra + Napoli est = 1 milione di tonnellate/anno per 1 milione di persone complessivo!), impone una ultima, atroce e terribile, domanda: dopo essere stata per gli ultimi vent'anni almeno la "pattumiera dei rifiuti industriali di Italia" (Magistrato Aldo De Chiara) ora, per chi dovrà bruciare la Campania?
Antonio Marfella

sabato 7 giugno 2008

I cattivoni del nord... e il governo del nord

Dopo la recente esternazione del presidente Napolitano, basata su fatti oggettivi e accertati, la canaglia leghista ha provato a balbettare qualcosa in sua difesa. Ci ha pensato Castelli con una battuta autoironica.
La risposta pacata è già arrivata dal presidente Napolitano "leggete gli atti parlamentari"; noi aggiungiamo e ricordiamo la sentenza di condanna del giudice di Venezia del febbraio scorso il cui resoconto fu da noi pubblicato in questo blog
all' indirizzo http://sudpensiero.blogspot.com/2008/02/giudice-di-venezia-condanna-i.html

sabato 10 maggio 2008

Volare basso

Alleghiamo una riflessione di Nicola Zitara,
uno dei pochi coerenti ed esperti meridionalisti dei nostri giorni.

NEL BLU DIPINTO DI BLU (Nicola Zitara)

Il miracolo economico italiano s'irradiava altrove, tra Torino, Milano e Genova, qui arrivavano solo gli echi della nuova civiltà materiale che stava nascendo. L'Italia si accorciava. Per raggiungere in treno una delle città citate non occorreva più cambiare a Roma. Era stato inaugurato il "Treno del Sole", con la vettura-cuccette, e già si mettevano le prime pietre all'Autostrada del sole. La guerra aveva cambiato il mondo occidentale da così a così, ma a ciascuno di noi sembrava d'essere lui l'artefice del cambiamento. 'Volare nel blu, dipinto di blu', è stato un sogno di potenza del singolo, della libertà individuale conquistata, affermata, proclamata dai soldi in tasca. "Penso, dunque sono", aveva detto Cartesio al mondo dei colti quattro secoli prima, "Volo, dunque sono", cantò Modugno, di cui in questi giorni è stato celebrato l’anniversario, a noi contemporanei.

Andavamo e tornavamo da Milano. Milano era una tana di formichine operose, mosse dal comando del danaro, ciò fino alle sei di sera. Il danaro non era danaro, ma libertà che si conquistava a partire dalle sette di sera, svolazzando quali prosaici Modugno da un bar all'altro, per parlare di sport e di politica. Anche il patriarca di Venezia, Angelo Roncalli, aveva preso il vento e orientava le vele dell'Ecclesia verso gli uomini di fede che giravano in look proletari per le strade cittadine, con gran sconcerto delle beghine e dei bacchettoni che ingrigivano le chiese. Il ventenne ex zappatore, arrivato dalla Calabria qualche anno prima, andava sue e giù per Corso Buenos Aires portando delle scarpe bianche e nere, come Al Capone trent'anni prima. Per strada era scrutato come il parvenu alla civiltà, ma quando interveniva all'assemblea della Camera del Lavoro, in sala non volava una mosca.

I vecchi compagni operai dei Navigli e del Lambro erano per "Nord e Sud uniti nella lotta". Imponevano il silenzio necessario perché egli potesse balbettare il suo pensiero, e perché loro in tal modo sapessero come era il mondo, se visto dalla parte della porta di servizio. Si parlò di interclassismo, il Partito socialista rinculò verso il riformismo, i comunisti, sulla scia di Gramsci, presero a pasticciare tra l'internazionalismo proletario e i cosiddetti valori del Risorgimento.

Passarono gli anni, si arrivò alla scolarizzazione di massa, i padroni del vapore rinunciarono ai manganelli della Celere e adottarono la vaselina marca 'Il Mondo', 'L'espresso', 'La stampa' di Torino. L'entusiasmo politico degradò a voto clientelare, il socialismo a diritto di parcheggiare la macchina sul marciapiedi. “L’utero è mio e me lo gestisco io” prese il posto della giustizia sociale.

Nessuno che avesse rispetto di sé è volato nel blu dipinto di blu. Modugno s'ingannò e ci ingannò, ci siamo coperti di fango con le nostre stesse mani. I contadini sono usciti dalla terra con la lupara in mano e oggi consolano con la polvere di fiori esotici la noia del vivere borghese alieno al piacere del lavoro e senza ambizioni. Gli operai muoiono d'“infiammazione”, come Giordano Bruno. Ci rivoltoliamo nei decimali del prodotto interno lordo. I giovani si autoincensano all’Isola dei Famosi, quasi settecenteschi cicisbei incipriati alla corte del Luigi XVI. Quelli che si credono migliori e destinati a grandi cose girano il mondo a imparare come si trucca un bilancio o come si depredano i fondi degli enti pensionistici. I più vitali confondono l'erotismo con la libertà. I padroni credono d’essere degli Aristidi alla battaglia di Maratona. L'idea di Stato è morta e il globo viene governato da un migliaio di broker semianalfabeti, che hanno vinto una scommessa al rialzo alla borsa di New York.

La vita si vive una volta soltanto, e il mondo che la rende possibile merita un grande rispetto. Volare? Certo, ma come le farfalle, non come l'anòfele intorno al pantano.

martedì 6 maggio 2008

Imperdibile sintesi del problema rifiuti in Campania

Ieri sulla La7, nel programma di Ilaria D'Amico, EXIT alla presenza di ospiti di notevole caratura con molto equilibrio si è dato spazio alla verità sui rifiuti campani. Per chi vuole rivedere il servizio è disponibile all' indirizzo:

http://www.la7.it/blog/post_dettaglio.asp?ord=1&idblog=ILARIA_DAMICO_-_Exit_15&id=2256#commenti

sabato 26 aprile 2008

Nuovi briganti in difesa dell' acqua

Come all' indomani della unificazione nazionale si stanno oggi risvegliando gli interessi stranieri sui beni demaniali e ambientali delle comunità locali, ma fortunatamente ci sono ancora gli eredi dei briganti a difesa dei beni comuni.

In allegato il comunicato del sindaco di Rotonda (PZ) che ha vinto la battaglia contro la privatizzazione dell' acqua nel suo comune.



Rotonda, 11 aprile 2008

A tutte le famiglie di Rotonda

Care/i concittadine/i,

la lotta intrapresa da tempo dalla nostra comunità, finalizzata alla rivendicazione della gestione delle risorse idriche comunali, è giunta ad una svolta.

L’Amministarzione comunale, facendo seguito a quanto stabilito all’unanimità nel corso dell’assemblea consiliare del 2 marzo 2008, recependo integralmente la volontà dei numerosissimi cittadini presenti, con ordinanze sindacali n° 13 e 14 del 6 e 7 aprile 2008, si è riappropriata di tutte le reti idriche comunali e dei relativi serbatoi in precedenza detenuti da Acquedotto Lucano s.p.a.

Immediatamente, gli uffici hanno effettuato i primi controlli al fine di constatare lo stato di conservazione delle strutture e definire la qualità biologica dell’acqua distribuita nelle nostre case.

Dai primi controlli è emersa una situazione di estrema criticità dell’intero sistema: reti fatiscenti, strutture pericolanti, serbatoi di accumulo in stato di assoluto abbandono e, in alcuni casi, la presenza nell’acqua di numerose colonie di colibatteri dovuti alla totale mancanza di clorazione.

Ciò ha comportato l’iimediata assunzione da parte dell’Ente di provvedimenti urgenti atti a garantire la sicurezza dei luoghi assicurando l’igiene e la salute pubblica.

Nonostante tale fondamentale e, per molti versi, storico risultato, è necessario continuare ad impegnarci, definendo ed attuando ogni azione utile e necessaria a garantire definitivamente alla nostra comunità e alle future generazioni il diritto all’utilizzo del bene più prezioso che il Signore ha voluto donarci: l’acqua.

Per questo motivo desidero invitarvi a partecipare alla seduta del Consiglio Comunale di Rotonda che si terrà domenica 20 aprile 2008 alle ore 18,30 in Piazza Vittorio Emanuele, nel corso del quale, così come per il passato, definiremo insieme le azioni successive da intraprendere.

Nel salutarvi, invitandovi a presenziare ai lavori consiliari, desidero cogliere l’occasione per ringraziare tutti i cittadini, i rappresentanti del Comitato civico "l’Acqua è mezzo pane" e, in particolare, i tanti anziani che con la loro presenza ininterrotta al presidio pubblico organizzato innanzi alla casa comunale, con grande spirito di sacrificio, accettando e superando disagi ed avversità, hanno dato forza alle nostre leggittime rivendicazioni, testimoniando il senso civico e l’orgoglio di un popolo capace di ribellarsi e di lottare per affermare i propri diritti e le proprie ragioni.
Il Sindaco
Giovanni Pandolfi

domenica 20 aprile 2008

Vittoria del voto utile, perde la Politica

Queste elezioni hanno visto l' uscita di scena della Politica con la P maiuscola; infatti sia la destra che la sinistra storica sono state emarginate e lasciate fuori dal parlamento. Trionfano i partiti che inseguono utilità personalistiche o territorialistiche (PDL e LEGA); seguono in minoranza quelli che si sono adeguati tardivamente a questa logica scimmiottando le parole degli altri. L' inseguimento del voto utile da parte dei contendenti, ha fatto stravincere il vincitore e straperdere il PD; infatti quest' ultimo ha cannibalizzato i suoi simili (SA) pur di ottenere consensi. Il quadro è triste per la democrazia perchè il vincitore in parlamento si ritroverà solo come Napoleone a Mosca, in un parlamento deserto senza vera opposizione, nè garanti politici di un certo peso dalla propria parte. Ogni decisione ottenibile tecnicamente con maggioranza certa sarà quindi accompagnta dal sospetto di mancato consenso nazionale.
Paradossalmente malgrado lo spostamento tecnico da sinistra a destra del governo, si è avuto un arretramento della democraticità del paese, perchè la politica si fa con le idee non inseguendo le utilità.

sabato 12 aprile 2008

Restituite 573 schede elettorali a Napolitano

Da Marigliano(NA) sono state raccolte e consegnate a Roma alla Presidenza della Repubblica le schede elettorali di alcuni cittadini di Marigliano; il plico era accompagnato da una lettera firmata da tutti cittadini che ne spiegavano le ragioni essenzialmente legate alla crisi rifiuti nel triangolo Nola Acerra Marigliano. Prontamente le schede sono state riconsegnate al Sindaco di Marigliano da parte della Presidenza della Repubblica. Essendo prematuro il giudizio politico sul gesto dei cittadini e sul rifiuto della Presidenza, aspettiamo gli eventi postelettorali.

giovedì 10 aprile 2008

A Forlì il primo processo contro inceneritori


Un bambino di 11 anni, vive accanto ad un inceneritore, ha un tumore maligno. Tra colpi di perizie, dopo un esposto di associazioni di ambientalisti ed un comitato di genitori, del fattaccio si occupa ora la magistratura.

Anzi gli inceneritori sono due, a poca distanza l’uno dall’altra. Gli impianti di Forlì sono da tempo nel mirino degli ambientalisti. Non a caso è proprio da quella città che è partita la crociata dei medici per l’ambiente grazie a Patrizia Gentilini.

Certo la decina dei cittadini che abitano vicino agli impianti non ci speravano proprio che la vicenda assumesse quel clamore sui giornali. Ma le associazioni che lottano contro il raddoppio delle linee di produzione ( WWf Forlì e Clan-Destino) sono state pronte ed ecco ora indagati i responsabili degli impianti di Hera, Claudio Draghi ed Enzo Mengozzi. I cittadini sono difesi da due medici oncologici.

L’azienda è tranquilla, dicono alla Hera. I parametri sono rispettati. Sorge sempre il sospetto che sia la legge sbagliata che ha fissato questi parametri.

Perche se si riuscirà a dimostrare il nesso causale di questi impianti, dovremo ridiscutere tutto. Il principio di precauzione, imposto dalle direttive europee per gli industriali italiani, appare una bestemmia mentre si dovrebbe applicare proprio a partire dall’infanzia, la più esposta ai danni ambientali.

Questi strumenti usati per distruggere scorie e rifiuti sono costati all’Italia la condanna dell’Europa, per averli messi in piedi senza valutazione di impatto ambientale, oltre che un enorme spreco di denaro pubblico, stornato dai fondi del Cip6/92.

Le ultime nuove sul processo in questione riportano che nell' incontro per l' assegnazione dell' incarico per l' incidente probatorio per la vicenda degli inceneritori di Forlì si è deciso:
- di respingere le istanze dei difensori che volevano riconoscere come parte offesa SOLO i genitori del bambino, ma accolti tutti i ricorrenti e le associazioni ambientaliste in quanto portatrici di valori "super-individuali";
-di confermare tutti i periti;
-avanzata dallo stesso GIP la richiesta di accedere a tutti i dati epidemiologici e statistici;
-affermata la priorità delle verifiche ambientali prima di procedere agli accertamenti sanitari.

mercoledì 2 aprile 2008

La Sinistra e il Mezzogiorno

L' Istat dice che i giovani italiani nascono ormai solo a sud

(quelli del nord sono in maggioranza figli di meridionali); su

questo dato di fatto si può affermare che oggi più che mai il

futuro del paese passa da sud. I diritti negati del lavoro

(disoccupazione e lavoro senza norme di sicurezza), l’ ambiente

indifeso dalle pubbliche istituzioni (crisi rifiuti in

Campania); aspettano lo sguardo di una sinistra genuina e

ambientalista, naturalmente rivolti al sud del paese. L’

abbandono, o meglio tradimento, del centro sinistra di bassolino

verso il sud fanno sì che questa compagine sotto il simbolo

dell’ arcobaleno sia l’ ultima opportunità per tutti; per la

sinistra verso il mezzogiorno e del mezzogiorno verso il resto

del paese. Non credo sinceramente che i meridionali possano

ulteriormente far credito al sistema nazionale dei partiti,

sinistra compresa, se anche questa ultima chance fosse mancata

per lo sviluppo del mezzogiorno.

Mi aspetto meno ideologismi e più azioni di sostegno e

perequazione nord-sud. Francesco

sabato 22 marzo 2008

Venerdì di passione a Marigliano

(Nunzia Lombardi, comitato difesa Salute e Ambiente)

Questa sera (21 marzo) ore 20,30 sono arrivati presso il sito di

stoccaggio di Marigliano 5 camion che trasportavano balle di

rifiuti. A presidiare il sito c'erano circa 100 persone che si

sono sedute al centro della strada ostacolandone l'ingresso. La

polizia ha ovviamente sollevato le persone e le ha spostate di

peso.

Non ci sono stati incidenti né problemi, solo qualche schiaffo a

danno dei manifestanti. La notizia interessante è che non

risulta essere collaudato il sito. Ancora una volta quindi lo

Stato difende i poteri forti, piuttosto che una popolazione

distrutta ed avvilita.

giovedì 20 marzo 2008

Stasera si decide il futuro della salute di Marigliano

(di Nunzia Lombardi)
Il sito di Marigliano è ultimato, siamo in attesa del collaudo e poi entro 24 h arrivano le balle... Chiediamo a quanti condividono la nostra battaglia di venire a sostenerci cercando di fermare o di rallentare l'arrivo delle balle nel sito del depuratore a Boscofangone.

Ricordo che il sindaco di Marigliano ieri ha firmato un accordo con il Commissariato barattando la bonifica (che sarebbe un nostro diritto) con le balle (che sono il nostro ulteriore inquinamento). Noi non ci stiamo. Noi crediamo che il sito sia inidoneo e per questo cercheremo in modo pacifico di bloccare l'arrivo delle balle oltre al fatto che chiediamo una bonifica immediata dei territori.

Padre Alex Zanotelli sarà con noi davanti ai camion. Abbiamo invitato i lavoratori dell'Alenia e stiamo contattando gli agricoltori. stasera (mercoledì) ore 8 riunione a Polvica in piazza. Domani (giovedì) ore 8,30 riunione a Marigliano in piazza Venerdì tutta la giornata mobilitazione a boscofangone. Venite, e non venite soli, diffondete la notizia il più possibile.

Nunzia Lombardi

mercoledì 19 marzo 2008

Bonifica dei terreni in cambio di avvelenamento dell' aria?

Il sindaco di Marigliano ha ottenuto dal commissariato straordinario rifiuti, in cambio del pacifico stoccaggio delle ecoballe (ridotte a sole 40mila) la promessa di bonifica dei territori, che era comunque un atto dovuto. A distanza di poco Prodi ha confermato a De Gennaro che lo stato di emergenza terminerà il 7 Maggio p.v. Il cedimento della resistenza contro le ecoballe è stato determinato a dire del sindaco dalla mancanza del "muro umano" contro le ecoballe, ovvero l' indifferenza di molti cittadini al problema rei di non avrebbero rinforzato i presidi. Il sindaco con questo accordo spera di poter avviare il progetto comunale, che farebbe di Marigliano un polo florovivaistico, liddove prima vi era una coltura agricola e di ortaggi di primo ordine.
Lo stoccaggio delle ecoballe a due passi da Acerra, è un assist al costruendo inceneritore. Il registro nazionale tumori si arricchirà di altri morti Mariglianesi; perchè i PCB, le diossine, i furani e le nano particelle saranno di casa anche a Marigliano. Numeri che si aggiungono a numeri o vite spezzate ?
Che Dio stramaledica Prodi e i nemici della Campania.

lunedì 10 marzo 2008

E' tornato Don Raffaè

Nell' articolo publicato sull' espresso del 3 Marzo 2008; tutti gli affari del leghista siciliano Don Raffaele Lombardo.. De Andrè ci rifarebbe una canzone sicuramente.

da “L’espresso” (03 marzo 2008)


"Assunzioni. Consulenze. Clientele. Dalla sanità agli enti pubblici. Così il leader dell’Mpa ha costruito il suo sistema di potere. Che piace a Silvio Berlusconi. Per vincere la sfida in Sicilia Una veduta di Catania.
La lettera della Tor di Valle Costruzioni porta la data del 21 gennaio e accusa la Provincia di non essere riuscita in cinque anni a espropriare i terreni dove dovrebbe sorgere la nuova caserma dei vigili del fuoco di Catania. Eppure solo una settimana prima decine di persone avevano assistito alla posa della prima pietra: una inaugurazione virtuale che, una volta smascherata, sarebbe diventata un de profundis per qualunque amministratore pubblico. Non per lui. Non per don Raffaele Lombardo da Grammichele, provincia di Catania, psichiatra e europarlamentare, presidente della provincia e leader del Movimento politico autonomista, ex carcerato (poi assolto) ed ex democristiano.


Una ricerca del ‘Sole 24 Ore’ racconta che nel 2007 gli elettori hanno collocato Lombardo al secondo posto tra i presidenti di provincia più graditi d’Italia. I sondaggi pronosticano che sarà lui, e non la democratica Anna Finocchiaro, a succedere a Totò Cuffaro sulla poltrona di governatore della Sicilia. Mentre Silvio Berlusconi, sebbene non ne ami né i baffi né il riporto di capelli, conta su Lombardo (125 mila preferenze alle europee e 13 per cento alle regionali) per ottenere nell’isola quel premio di maggioranza al Senato che a Roma gli permetterà di governare. E allora cosa volete che importi a Lombardo di quella lettera, inviata in copia anche alla Corte dei conti. Certo, dentro si legge che presto l’impresa potrebbe chiedere un risarcimento danni a causa “dell’incapacità dell’ente appaltante (la Provincia di Catania) a sbloccare la situazione”; che “la Provincia ha omesso di effettuare un atto necessario, ovvero l’esproprio dell’area”. Ma Lombardo, intanto, è tranquillo. Ventiquattr’ore prima della cerimonia, aveva fatto sapere di non poter partecipare. E così per una volta la sua foto sui giornali non c’era finita.

In trent’anni di attività l’ex delfino del ministro dc Calogero Mannino ha del resto imparato che in politica il punto non è essere. È apparire. E anche se nell’incontro che ha sancito l’alleanza con Berlusconi, Lombardo ha snocciolato una serie di richieste in cui, Ponte sullo Stretto a parte, spicca la “lotta agli sprechi, a partire da quelli della sanità”, lui e l’Mpa, badano più a occupare i centri
di potere che ad amministrare. Paradossalmente infatti in Sicilia più si governa e più si ottiene consenso. Più saranno gli amministratori del tuo partito e più saranno i voti perché molti, anzi moltissimi, saranno i favori che si potranno elargire.

Così Angelo Lombardo, il fratello di don Raffaele, dopo essere entrato in Regione sull’onda di 25 mila preferenze, ha presentato un unico disegno di legge: quello che dovrebbe permettere la creazione di nuove province, a partire da Caltagirone che casualmente dista solo 13 chilometri dalla natia Grammichele. Altre province, altri stipendi e gettoni di presenza, altri amministratori, ovvero altri voti da aggiungere a quelli che già porta l’esercito dell’Mpa: 800 consiglieri comunali, 40 presidenti di consigli comunali, 50 sindaci, più tre assessori e dieci deputati regionali. Un’invincibile armata sempre più forte. Lombardo recluta nuovi colonnelli tra le fila del teorico nemico (l’ultimo è stato Giuseppe Lauricella, figlio dello storico leader Psi, due anni fa candidato all’Ars con i Ds); in altre regioni (in Campania il leader del movimento sarà l’ex ministro dc, Enzo Scotti); e soprattutto rafforza il suo formidabile apparato di vettovagliamento.

Sì, perché è nelle retrovie che sta la vera forza di Lombardo. A partire dal 2005, anno di nascita dell’Mpa, i suoi uomini hanno inesorabilmente conquistato gli enti pubblici, occupato le società partecipate, assunto o fatto assumere centinaia di precari. Che quella sia la sua tattica, lui non ne ha mai fatto mistero. Quando in tribunale si era ritrovato a difendersi dall’accusa di aver ricevuto parte delle tangenti versate dall’ex presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini per accaparrarsi le forniture all’Usl 35, Lombardo aveva sostenuto di aver respinto le offerte di denaro, e di “essersi limitato a chiedere assunzioni”.

E la decisione di uno dei manager di Pellegrini di avvalersi in aula della facoltà di non rispondere, dopo aver invece detto ai pm di avergli versato 200 milioni, aveva fatto il resto: Lombardo assolto con tanto di risarcimento di 33 mila euro per ingiusta detenzione. Stessa storia, o quasi, per i concorsi truccati della medesima Usl. Secondo i giudici la sua segreteria aveva anticipato ad alcuni candidati i temi di un concorso. Nella sentenza si legge che dalle intercettazioni telefoniche era emerso che uno dei membri del comitato dei garanti della Usl e Lombardo “erano uniti da enormi interessi in concorsi e pratiche di enti pubblici”. Ma dopo la condanna per abuso d’ufficio. in appello era arrivata l’assoluzione.

Dal punto di vista giudiziario, insomma, don Raffaele è bianco come un giglio. Tanto da essere riuscito a prendere con sé l’ex procuratore generale di Catania, Giacomo Scalzo, e Romeo Palma, magistrato della Corte dei conti e fratello dell’ex procuratore aggiunto di Palermo, Anna Palma. Da quello politico, beh è tutta un’altra storia. Nella sanità siciliana (ma non solo) la militarizzazione prosegue spedita. Battendo le orme dell’amico Clemente Mastella, Lombardo, ha messo alla testa della Ausl di Enna suo cognato Francesco Judica, poi ha conquistato a Catania un direttore amministrativo all’ospedale Cannizzaro, un direttore sanitario all’ospedale Garibaldi, un direttore generale a quello di Caltagirone… L’elenco è lunghissimo e va aggiornato di continuo, anche con le altre poltrone di peso occupate nelle aziende dei rifiuti e nei parchi regionali.

Ma è all’aeroporto Fontanarossa di Catania che Lombardo ha compiuto il suo capolavoro. La Sac, la società che lo gestisce, è partecipata dalla Provincia. Così l’Mpa può intervenire sulle assunzioni, tramite la Sac Service capitanata da un uomo di Lombardo, e soprattutto occuparsi del costruendo aeroporto di Comiso, in società con Mario Ciancio Sanfilippo. E a Catania, Ciancio vuol dire la stampa, tutta la stampa (sono sue ‘La Sicilia’ e buona parte delle tv private). Se si considera poi che Ciancio è socio di un’importante iniziativa immobiliare di Ennio Virlinzi, sponsor di Lombardo fin dalla prima ora, diventa chiaro perché sulle metodologie dell’eurodeputato, l’opinione pubblica non sia pienamente informata.

Tutti i catanesi, per esempio, hanno ben presente che l’amministrazione del Comune da parte del medico personale di Berlusconi, Umberto Scapagnini, oggi dimissionario, è stata un disastro. Il municipio è a un passo dal fallimento. Nel 2007 sono mancati
persino i soldi per illuminare interi quartieri, ma per tutti il colpevole è lui: l’etereo Scapagnini. In realtà in giunta e in consiglio negli ultimi tre anni l’ha fatta da padrone l’Mpa, che in città ha raccolto grazie a un gioco di prestigio (Lombardo aveva presentato quattro diverse liste, contando che familiari e amici di tutti i candidati sarebbero corsi a votare) il 20 per cento dei consensi. E soprattutto Catania è l’unica amministrazione d’Italia dove il capo del personale, l’ingegnere capo e il ragioniere generale, lavorano sia per la Provincia che per il Comune. Miracolo dei contratti di consulenza che Lombardo alla Provincia ha utilizzato con maestria. Pippo Pignataro, un consigliere provinciale di centrosinistra, spiega che le consulenze servono a Lombardo per convincere gli uomini degli altri partiti a passare con lui: “A rotazione fa dimettere gli assessori per nominarne altri e ricompensare i dimissionari scegliendoli come consulenti o dando loro altri incarichi”. Eclatante il caso dell’assessore allo Sport Daniele Capuana, dimessosi in vista delle regionali del 2006, poi tornato all’assessorato, e nell’intermezzo nominato consulente.

A scorrere l’elenco dei benificiati c’è da restare impressionati. Dentro c’è di tutto. Anche il vero Richelieu di Lombardo, il professor Elio Rossitto, un ex comunista, consigliere negli anni ‘80 del presidente della Regione, Rino Nicolosi, poi accusato dallo stesso Nicolosi di aver fatto parte del comitato di affari che spartiva tutti gli appalti siciliani, ma infine assolto. In totale fanno circa 300 persone, da aggiungere ai 760 dipendenti della Provincia, e ai 500 che ricevono invece lo stipendio dalla Publiservizi, una controllata di diritto privato che si può così permettere il lusso di assumere gente senza concorsi pubblici. Il risultato è che gli autisti della Publiservizi a volte sono consiglieri comunali (o loro parenti) di paesi dell’hinterland, e che tra gli altri assunti ve ne è uno la cui occupazione principale è pulire una voliera per uccelli.

Per questo persino gli alleati di Forza Italia si lamentano. Dice il consigliere azzurro Carmelo Giuffrida: “Ha usato l’ente per aggregare persone di varie aree politiche. Appena insediato, aveva detto di volere giunte snelle. Due mesi fa invece ha nominato un ennesimo assessore, l’ex consigliere di An Filippo Condorelli,
precedentemente nominato consulente alla protezione civile, e alle ultime comunali di Paternò candidato sindaco dell’Mpa”.
Come dire: attento Silvio, con Lombardo si vince, ma governare poi è tutta un’altra storia"

di Peter Gomez
ha collaborato Giuseppe Giustolisi
da “L’espresso”
(03 marzo 2008)

mercoledì 5 marzo 2008

Reazione del Prof. Ortolani a Prodi


BRUCIARE I RIFIUTI AD ACERRA? PRODI DÀ I NUMERI (di Franco Ortolani*)

Ad Acerra possono essere bruciati i rifiuti imballati “fuori legge”:

Prodi fa i conti, e dà i numeri.



Prodi, dopo la recente concessione straordinaria del CIP6 per il

termodistruttore di Acerra (contributo-regalo pubblico per i

termovalorizzatori, alimentato dagli utenti con il pagamento delle

bollette ENEL, che è stato eliminato con l’ultima finanziaria), con

l’Ordinanza n. 3657 del 29-02-2008 colpisce ancora la Campania e fa altri

regali agli industriali.

Con tale provvedimento (pubblicato sulla G.U. n. 51), lo “scadente”

Presidente del Consiglio trincerandosi dietro la seguente frase “Per

accelerare le iniziative finalizzate al superamento dello stato

d’emergenza, in particolare,per consentire la messa in esercizio in tempi

rapidi dell’impianto di termodistruzione sito nel comune di Acerra, e’

autorizzato il trattamento e lo smaltimento di rifiuti contraddistinti

dai codici CER 191212, 190501 e 190503 presso detto impianto, assicurando

comunque il rispetto dei livelli delle emissioni inquinanti gia’ fissati

nel provvedimento di autorizzazione” ha irresponsabilmente arrecato un

ulteriore danno all’ambiente e alla salute dei cittadini campani per

sdoganare, di fatto, i vari milioni di balle di rifiuti disseminate nella

più fertile pianura del Mediterraneo dai suoi fedeli Commissari

Governativi per l’emergenza rifiuti in Campania.

Mentre fino al 29 febbraio 2008 i rifiuti imballati prodotti “fuori

legge” da impianti inadeguati, costruiti con soldi pubblici dalle aziende

del gruppo FIBE, non valevano un euro in quanto per le loro scadenti

proprietà non si sarebbero potuti bruciare nell’inceneritore di Acerra,

con la citata ordinanza si sono trasformati, sulla carta, in un

giacimento di combustibile. Complimenti a Prodi per la sua chiara

attività preelettorale; favori di tale peso devono per forza essere

ricambiati, in qualche modo! Dal momento che Prodi ha declassato a

termodistruttore l’impianto di Acerra, deve essere eliminato il

contributo CIP6 riservato solo a chi brucia spazzatura producendo anche

energia elettrica.

Tutti sanno che l’impianto di Acerra sarà completato tra la fine del 2008

e il 2009 e che una gravissima emergenza ambientale e sanitaria è

prevista già per la prossima stagione calda, cioè ben prima che

l’inceneritore possa essere eventualmente messo in funzione. Il titolo

dell’Ordinanza di Prodi è “Disposizioni urgenti per fronteggiare

l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione

Campania e per consentire il passaggio alla gestione ordinaria.” Vi è un

eccesso di potere nell’ordinare, come fatto assolutamente urgente,

un’attività industriale che solo fra un anno circa potrà essere attuata?

E’ evidente che l’ordinanza non diminuisce la gravità dell’emergenza

rifiuti per la prossima estate; se non va a vantaggio dei cittadini

campani, chi favorisce, allora? Le azioni urgenti e necessarie che

potrebbero dare una svolta positiva e chiudere definitivamente

l’emergenza rifiuti prima della prossima estate non mancano.

Si ricordi che entro la fine della primavera 2008 sarà esaurita l’unica

discarica attiva della Campania e sarebbe quanto mai necessario un

concreto impegno governativo per realizzare una nuova discarica regionale

modello, non inquinante, ad esempio su circa 10 ettari di una grande area

militare, in modo da non creare conflitti con le popolazioni. Vari

rappresentanti delle istituzioni devono dimostrare serietà e onestà

intellettuale senza fare credere ai cittadini che i problemi dei rifiuti

saranno risolti solo allorché l’impianto di Acerra entrerà in funzione.

Ma siamo poi sicuri che potrà funzionare dopo la sua ultimazione?

La commissione di Valutazione dell’Impatto Ambientale del Ministero

dell’Ambiente all’inizio del 2005 aveva evidenziato che il sito di Acerra

era stato scelto male in quanto già troppo inquinato e aveva prescritto

che: - poteva essere utilizzato unicamente CDR rispondente alle

caratteristiche indicate nel DM 05/02/98 (e non quello “fuori legge”

della nuova ordinanza Prodi); - dovevano essere favorite le azioni di

risanamento del suolo e delle acque; - doveva essere avviato

immediatamente il piano degli interventi necessari a garantire la

protezione della salute e dell’ambiente su tutto il territorio.

Naturalmente non è stato realizzato il disinquinamento ambientale; anzi,

una serie di azioni scellerate lo hanno incrementato, come ad esempio la

dispersione di percolato sul suolo e nel sottosuolo nelle piattaforme

antistanti l’impianto, come è stato più volte documentato dallo

scrivente.

La conferma che già attualmente l’ambiente nel quale si trova

l’inceneritore è inquinato oltre i livelli massimi consentiti dalle

vigenti leggi (per cui è improponibile l’accensione di un nuovo impianto)

viene fornita dai Decreti dello stesso Prodi, il n.4 del 23 giugno 2006 e

quello del 12 gennaio 2007(pubblicato nella Gazzetta Ufficiale italiana

n. 14 del gennaio 2007) aventi come oggetto “Proroga dello stato di

emergenza nel territorio del comune di Acerra, in provincia di Napoli,

per fronteggiare l’inquinamento ambientale da diossina”. In questo quadro

ambientale, caratterizzato da un inquinamento che già supera i valori di

legge, si cala la nuova ordinanza di Prodi. Si può dire che essa

rappresenti, contemporaneamente, un prezioso favore per gli industriali e

un colpo mortale per i cittadini e l’economia della Campania, un attacco

grave per la credibilità di quei rappresentanti delle istituzioni che

sono visti sempre meno come espressione dei cittadini e che si

qualificano sempre più come membri di varie associazioni che finora

hanno, in diverso modo, usato la Campania come una mucca da mungere

riuscendo a creare un “grave problema” (l’emergenza rifiuti) da un “non

problema” (la banale raccolta e il conseguente adeguato smaltimento dei

rifiuti).

Prodi si è irrimediabilmente “imballato”; prima che combini altri guai

dovrebbe essere mandato in un’isola oceanica dove il sole batte forte; e

se dimentica la crema abbronzante e l’ombrellone, non si preoccupi! Tanto

ci penserebbero i suoi amici, quelli a cui ha fatto tanti favori, come

quelli che hanno costruito gli impianti CDR della Campania che producono

quei rifiuti imballati “fuori legge” che ora Prodi ha trasformato in

prezioso combustibile per il termodistruttore di Acerra. Ancora una volta

a scapito dei cittadini campani.

Prof. Franco Ortolani
*Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II
4 Marzo 2008

martedì 4 marzo 2008

Usque tandem Prodi abuteris patientia nostra ?

In allegato la notizia di agenzia sulle difformità delle ecoballe sanate per legge da Prodi. Ancora una pugnalata alla salute della Campania.

(ANSA) - ROMA, 3 MAR - Le ecoballe di rifiuti prodotti dai Cdr campani, che eco non sono e che non rispondono ai requisiti richiesti dalla normativa, potranno essere bruciate nel termovalorizzatore di Acerra. E' quanto stabilito in un'ordinanza firmata dal presidente del Consiglio Romano Prodi, datata 20 febbraio e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale di venerdi'. In pratica, dunque, le ecoballe stoccate nella regione, prodotte con materiali di qualita' diversa da quella prevista dalle norme, potranno finire nel nuovo termovalorizzatore dove, invece, avrebbero dovuto essere bruciate ecoballe con determinate caratteristiche legate al potere calorifero. ''Per accelerare le iniziative finalizzate al superamento dello stato di emergenza - si legge all'articolo 4 dell'ordinanza - in particolare per consentire la messa in esercizio in tempi rapidi dell'impianto di termodistruzione di Acerra, e' autorizzato il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti contraddistinti dai codici Cer 191212, 190501 e 190503 (rispettivamente le ecoballe campane, la frazione organica non stabilizzata, ossia l'ex fos, e il compost fuori specifica, ndr) presso detto impianto, assicurando comunque il rispetto dei livelli delle emissioni inquinanti gia' fissati nel provvedimento di autorizzazione''.(ANSA)

sabato 1 marzo 2008

Giù le mani dal nostro Sud!

Diramiamo volentieri l'appello di una formazione schiettamente meridionale contro le strumentalizzazioni dell' ultima ora, ribadendo che un partito del Sud (DOCG) deve avere i seguenti requisiti imprescindibili: antileghismo, testa e piedi radicati a Sud

I Neoborbonici contro Lombardo e il “nuovo” Movimento per il Sud.

Il Movimento Neoborbonico, impegnato da 15 anni nella difesa dei

territori e delle popolazioni dell’antico Regno delle Due Sicilie, invita

tutti i meridionali a valutare con attenzione le proposte elettorali che

arriveranno anche nei prossimi giorni.

Da qualche giorno si profila la possibilità della nascita di un Movimento

legato al Movimento per l’Autonomia dell’on. Raffaele Lombardo e che, a

sostegno della coalizione del presidente Berlusconi, possa rappresentare

l’intero Sud.

Anche considerando i nomi dei possibili dirigenti locali (tutt’altro che

giovani e tutt’altro che nuovi), non si può non restare scettici di

fronte all’ennesimo tentativo di raccogliere adesioni elettorali senza un

reale radicamento sui nostri territori e senza alcun riferimento ad

un’identità culturale profonda e antica che per secoli ha unito le

popolazioni al di sotto del Garigliano, le stesse popolazioni che da

troppi anni nessuno rappresenta a livello non solo politico in maniera

dignitosa e adeguata.

Ufficio stampa Movimento Neoborbonico

domenica 24 febbraio 2008

Giudice di Venezia condanna i responsabili veneti del traffico rifiuti tossici verso la Campania

I responsabili del traffico di rifiuti tossici dal veneto verso la Campania (Bacoli, Acerra, Giugliano) hanno un nome:
Carlo Valle, geometra di Arcugnano della soc. "Servizi costieri" di Porto Marghera (3 anni e 4 mesi reclusione);
Gianni Giommi,legale rappresentante della “Nuova Esa” di Marcon (Sei anni);
Giuliano Gottard (due anni e tre mesi), Gianni Gardenal (un anno e 11 mesi).
Rino Vincenzi di Altavilla, Bruno Lombardi di “Ecoveneta”; entrambi hanno
patteggiato nei mesi scorsi.


(dal giornale di Venezia 9/02/2008)

"Il tribunale di Venezia ha riconosciuto al geometra di Arcugnano l’associazione a
delinquere per la gestione di della società "Servizi Costieri" di Porto Marghera,
Sei anni a Gianni Giommi della “Nuova Esa” di Marcon.
I reflui tossici finivano in Campania.

VENEZIA
Tre anni e quattro mesi di reclusione.
Il tribunale di Venezia ha
triplicato le richieste del
pm Giorgio Gava ed ha inflitto
una pesante condanna a Carlo
Valle. Il geometra di Arcugnano,
58 anni, è stato ritenuto responsabile
dal collegio presieduto
da Sergio Trentanovi di
associazione a delinquere finalizzata
al traffico illecito di rifiuti.
Sei anni a Gianni Giommi,
legale rappresentante della “
Nuova Esa” di Marcon; due
anni e tre mesi a Giuliano Gottard,
un anno e 11 mesi a Gianni Gardenal.
Paola Valle,37anni,
figlia di Carlo, è stata invece
assolta.
Il caso è quello legato all’attività
della “Servizi costieri” di
Porto Marghera, che fu sequestrata
dai carabinieri nel marzo
di 4 anni fa e che è tutt’oggi
al centro dell’indagine del procuratore
vicentino Ivano Nelson
Salvarani sulla gestione
Aim presieduta da Beppe Rossi.
All’epoca, con Paola Valle,
era stato arrestato anche Rino
Vincenzi di Altavilla ed era stato
indagato Bruno Lombardi
di “Ecoveneta”; entrambi hanno
patteggiato nei mesi scorsi.
Amianto, solfuri, idrocarburi
per migliaia di tonnellate di rifiuti
tossici erano stati trattati
in modo illecito in Veneto e
spedite in discariche di mezza
Italia, soprattutto in Campania.
Al centro dell’indagine le
due ditte, la “Nuova Esa” e la
“Servizi costieri”, che fu poi acquisita
da Aim bonifiche scatenando un putiferio anche
politico.
Il tribunale veneziano ha
condannato i quattro imputati
anche al ripristino dello stato
dell’ambiente mentre a vario
titolo dovranno risarcire le
varie parti civili, tra comuni,
enti ed associazioni, per una
somma che si aggira intorno al
mezzo milione di euro. In particolare
ogni cittadino di Marcon
- dove la “Nuova Esa” ha
sede e stoccava rifiuti tossici -
che si era costituito parte civile
dovrà essere risarcito con
una cifra pari a 2000 euro.
Secondo quanto ricostruito
dalla procura (che aveva chiesto pene più
miti: per Valle - difeso
dall’avv. Lino Roetta - un
anno e 3 mesi, poiché il pm
non gli contestava l’associazione)
i quattro avevano organizzato
un traffico di tonnellate
di rifiuti tossici da smaltire in
discariche di mezza Italia. Per
farlo, tra l’altro, avevano miscelato
diverse tipologie di rifiuti
in modo illegale modificandone i
codici di riconoscimento. I
rifiuti tossici “trattati” (a volte
erano solo le carte ad essere
modificate) dalla società di
Marcon e stoccati da quella di
Porto Marghera, sono finiti a
Bacoli (Napoli) dove dell’alluminio
è finito in una normale
discarica, ad Acerra (Napoli)
dove un terreno è stato inquinato
da idrocarburi; mentre a
Modugno (Bari) sono finite 61
tonnellate di solfuri, e a Paese
(Treviso) è stato trovato dell’amianto.
Gli inquirenti sono riusciti a
ricostruire anche la spedizione
illecita di 270 tonnellate di
amianto in Germania e l’utilizzo
improprio di decine di discariche
come quelle di Roncade
(Treviso), S. Martino Buonalbergo (
Verona) o Giugliano (Napoli).
La ditta gestita da Valle
era accusata di numerosi illeciti,
come la questione dei fanghi
ceduti dalla Medio Chiampo di Montebello che raccoglieva i
reflui di conceria: quei fanghi,
pieni di cromo e metalli pesanti
del comparto di Arzignano,
non venivano smaltiti secondo
la legge da “Servizi costieri”,
ma diventavano, una
volta cambiata la bolla di accompagnamento,
del fertilizzante.

sabato 23 febbraio 2008

rifiuti e segreti 26/07/2007

Dal sito della camera risulta che durante l' audizione di alcuni docenti universitari di geologia geotecnica di Napoli, alla commissione della camera... è stata disposta la secretazione della seduta da parte del presidente Piazza... perchè ? cosa non dobbiamo sapere ?

(dal sito della Camera)
"Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse - Resoconto di giovedì 26 luglio 2007

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Giovedì 26 luglio 2007. - Presidenza del vicepresidente PIAZZA.

La seduta comincia alle 14.20.

Audizione del professor Giovan Battista de' Medici, docente di geologia applicata, idrogeologia e pianificazione del territorio e del professor Franco Ortolani, direttore del Dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell'Università degli studi «Federico II» di Napoli.

Il presidente PIAZZA, dopo aver ringraziato gli auditi per la disponibilità, introduce i temi dell'audizione.

Il professor DÈ MEDICI svolge un'esposizione introduttiva, nel corso della quale ha luogo la proiezione di alcune diapositive.

Durante tale esposizione, in considerazione della delicatezza propria di taluni dati ed elementi di valutazione sottoposti alla Commissione, il presidente PIAZZA dispone la secretazione della seduta.

(I lavori proseguono in seduta segreta. Indi riprendono in seduta pubblica).

Il presidente PIAZZA ringrazia gli auditi e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.25. "

mercoledì 20 febbraio 2008

Ganapini chi è costui ?

Dopo il rimpasto della giunta regionale della Campania, operato da Bassolino, diventa assessore all' ambiente Walter Ganapini, chimico e docente universitario, ex presidente di Greenpeace. La domanda tuttavia non è ancora soddisfatta nè i campani
possono ritenersi soddisfatti se il neo assessore all' ambiente non risponde alla
domanda cruciale sugli inceneritori. Ieri nel corso della trasmissione Ambiente
Italia, il giornalista Rovera ha posto a Ganapini la fatidica domanda: "Ma visto che
lei era presidente di Greenpeace che ne pensa, ora che è assessore all'ambiente
ad acta nel napoletano, degli inceneritori?".

Ganapini vacilla e risponde indirettamente: "L'inceneritore di Acerra è di
reponsabilità del Commissariato ma, rassicuro i cittadini campani che
saranno predisposti 7 impianti per il CDR". Quindi, in poche parole, 7
impianti produrranno Combustibile da Rifiuto che da qualche parte dovrà
pur essere bruciato. Anzi, l'ex presidente di Greenpeace, continua dicendo che
c'è bisogno di una "nuova visione industriale nella gestione dei rifiuti"
e che, per fortuna, aziende come la Hera di Bologna hanno dato il benestare a questo
rinnovamento. A quel punto in molti si sono chiesti: chi è la Hera? L'azienda di
Bologna è una delle più grandi attività italiane industriali nel campo degli
inteverventi per l'ambiente, l'energia ed i rifiuti ed era uno dei gruppi promotori
degli impianti DISMO della Itea, azienda che sta sperimentando il macchinario
nella fabbrica Ansaldo di Gioia del Colle (BA).

Il sig. Ganapini, durante la presentazione dell'impianto DISMO ai cittadini di
Gioia del Colle e degli altri Comuni interessati dalla sperimentazione,
si era mostrato entusiasta della grande potenzialità di questa nuova
tecnologia. Ma in molti, tra ambientalisti (anche gli stessi componenti
di Greenpeace) ed esperti, avevano indicato l'impianto come qualcosa di
non molto diverso da un inceneritore. L'Itea portando con sè il dott.
Ganapini in tour per l'Italia dava apparenti garanzie alle popolazioni in
modo da evitare proteste e polemiche. Qui il paragone sorge spontaneo con un caso simile già visto a Brescia dove il marketing aziendale della ASM aveva cooptato l' ambientalista Degli Espinosa come cavallo di Troia per entrare nelle coscienze dei cittadini di Brescia : ASM sta a Degli Espinosa, come HERA sta a Ganapini ?

Che Ganapini fosse, in qualche modo, promotore di Hera lo si era già
capito, ma se n'è avuta la conferma oggi durante la trasmissione di Rai
3, grazie ai suoi ambigui interventi. Ora, che l'assessorato all'ambiente
napoletano abbia fatto di lui un consulente speciale, ci si può solo preoccupare.
Per averne conferma, basta leggere l'articolo pubblicato sulla Repubblica
di Bologna il 18 luglio 2005 in cui si denunciava che il “Dismo, macchina
sperimentale nata per l`eliminazione dei rifiuti speciali, è stata
sigillata dall`Ausl su disposizione dell`ufficio del giudice preliminare
a scopo probatorio. Il giudice ha accolto la richiesta di un dipendente
di Itea, la ditta che la produce, che si è ammalato di cancro. L`uomo
aveva presentato denuncia alla Procura della Repubblica ipotizzando che
il suo male sia legato ai fumi inquinanti della macchina che brucia a
temperature elevatissime (1600-2000 gradi) i residui industriali
contaminati da sostanze classificate come pericolose (…).

Ora il grande cilindro, un`installazione delle dimensioni di una
locomotiva, collocato sotto una tettoia accanto all`inceneritore,
nell`impianto del Frullo di Granarolo gestito da Hera, è bloccato”.
Durante la trasmissione di Rovera, erano presenti anche rappresentanti di
Legambiente che non hanno, come si poteva al contrario immaginare
trattandosi di un'associazione ambientalista, contestato molto
inceneritori e gassificatori, forse perchè, anni addietro avevano
inserito il progetto DISMO della Hera all'interno del loro “Premio
all’innovazione amica dell’ambiente”.

Peccato che da "quell'innovazione amica dell'ambiente" vengano fuori, come ha opportunamente evidenziato Guido Viale (che al contrario di Ganapini, lustra meno il suo passato e cerca di dare alla gente le corrette informazioni), ceneri sottilissime
intrise delle più pericolose sostanze chimiche, che necessitano comunque
di discariche di rifiuti speciali per lo smaltimento; polveri sottili
(<2,5 micron) che possono entrare nei bronchioli; anidride carbinica e metano che
aumentano l'effetto serra. Peccato che, come ha sottolineato lo stesso
Viale (autore, fra gli altri, dei libri "Il rifiuto del problema" e "Un
mondo usa e getta"), una volta intrapresa la raccolta differenziata porta
a porta, le percentuali arrivano al 60-70% ed il restante 30% consiste di
inerti, polvere, frattaglie con un basso potere calorifico, che non
possono alimentare gli inceneritori e, quindi, questi sono destinati a
chiudere. "Ecco perchè - ha dichiarato Viale - in Germania, dove avevano
costruito numerosi inceneritori ed ora, invece, hanno raggiunto una
soglia elevata di differenziata, gli impianti sono sottoutilizzati e rischiano di non riuscire ad ammortare l' investimento fatto. Per questo vogliono i rifiuti della Campania e del resto d'Europa. Per evitare di spegnersi definitivamente". In poche parole se "i grandi esperti convocati dallo Stato" e...dalle aziende S.p.a. la
smettessero di declamare i benefici dei "nuovi impianti industriali",
come subdolamente Ganapini continua a fare, ed, al contrario, dichiarassero,
per onestà intellettuale una volta per tutte, che la raccolta differenziata porta a porta rende inutili i termovalorizzatori.

mercoledì 13 febbraio 2008

13 Febbraio 1861, spunti di riflessione dalla presa di Gaeta


Ricorre oggi l' anniversario della caduta di Gaeta, sotto i bombardamenti terroristici operati dai fratelli d' italia, al comando di Cialdini; oggi inevitabilmente viene alla mente un paragone con le responsabilità nella crisi dei rifiuti in Campania.

Allora come oggi siamo assediati dallo stato piemontesizzato e dalle sue propagini economiche, dalle sue merci e dagli imballaggi che recano, chiamati rifiuti, ma che sono essi stessi parte della merce pagata dal consumatore meridionale; l' imballaggio non è utilizzabile dal consumatore, ma è sul solo consumatore che grava l' onere dello smaltimento.
La soluzione a tutti i costi dell' emergenza rifiuti in Campania, comandata dal Cialdini di turno alias De Gennaro, grazie ai poteri di Commissariamento straordinario, travalica ogni logica di buon senso, di controllo della spesa e di ratio legis; infatti si sono dissequestrati siti già posti sottosequestro dalla magistratura, per sovraccaricarli con ulteriore materiale indifferenziato (Pianura, Lo Uttaro) si stanno militarizzando siti già sequestrati per danno ambientale (depuratori di Marigliano) per impedire alla popolazione di protestare e per poter stoccare lì le famigerate ecoballe (rifiuti indifferenziati fuori norma e incellofanati) tanto care quanto inutili.
Il costo della allegra quanto "normalizzata" emergenza rifiuti in campania, ammonta dopo 14 anni a 2 miliardi di euro, volatilizzati in stipendi e consulenze d' oro per chiudere le bocche a destra e sinistra, oltre che per finanziarie inutili centri di imballaggio CDR.. Inutile dire che dietro i centri produzione di ecoballe, finalizzate agli inceneritori ci sono le solite aziende del nord (Impregilo, ASM). Un business trasversale che riesce a mettere tutti d' accordo, grazie ai 55 euro/tonn che si pagheranno da parte dei comuni per la combustione delle ecoballe, e grazie ad un prezzo politico triplicato per KWh di energia elettrica prodotta dalla combustione di rifiuti, pagato dall' ENEL. Di fronte ad un tale business la salute dei cittadini è una piccola cosa, ed il rispetto per le verità scientifiche ancor meno, se un Veronesi può affermare contro ogni evidenza scientifica che gli inceneritori non provocano cancro.
Tutto l' affare nasce da una combine a tavolino che definendo i rifiuti "assimilabili a fonti rinnovabili", permette di accedere immeritatamente al fondo Cip 6, sottraendo fondi per finanziare le vere fonti rinnovabili (sole, eolico), e costituito con il prelievo del 6% dalle bollette per consumo di energia pagate dai cittadini.
In questo affare, come all' epoca avvenne per tangentopoli, si sono concordati politicamente i prezzi , per garantire a priori un lucro sicuro ai partecipanti ma ciò ancora non bastava.. Illegalità nella illegalità Prodi, a governo caduto, ha concesso una deroga affinchè i fondi Cip 6 siano assegnati anche per la costruzione degli inceneritori campani; ovvero un ulteriore regalo inaspettato per il completamento degli inceneritori. Questo lucrosisssimo business ha fatto chiudere occhi ed orecchie a chi doveva vedere e sentire; non si sono minimamente considerati i costi sociali (mancata produzione agricola, disoccupazione) e la salute della collettività (spesa sanitaria per abnorme incidenza cancro).
I giornali di regime continuano a dire che i "rifiuti sono una risorsa", si hanno ragione ma per chi ?? non certo per i cittadini.
Visti i fatti dobbiamo cominciare a pensare che anche il cancro è una risorsa.... evidentemente solo per gli amici oncologi di Veronesi.
In questa vicenda campana è stata applicata la più cinica delle logiche commerciali, localizzando i costruendi inceneritori lì dove la mortalità per tumore era già alta, a causa dei rifiuti tossici interrati da 20 anni a questa parte; già nel 2004 la rivista internazionale Lancet Oncology definiva i territori di Acerra, Nola, Marigliano triangolo della morte. Lungi dal parlare di bonifica ambientale, e individuazione dei siti, possibile con i mezzi pubblici dell' INGV . Si e' invece portata avanti la logica perversa per cui la sovrapposizione di più effetti negativi (inquinamento di acqua e suolo da rifiuti tossici, più inquinamento dell' aria da inceneritore) "cancellerebbe" le responsabilità di tutti.
Se gli effetti dell' inquinamento del suolo e dell' acqua sono stati relativamente lenti e circoscritti, quelli dell' aria non lo saranno, a causa degli inceneritori; in particolare l' incertezza sul contenuto di rifiuti tossici nelle ecoballe renderebbe la soluzione degli inceneritori in campania più pericolosa che altrove. Inoltre la enorme dimensione degli inceneritori progettati per la campania, e la dismissione prossima di quelli delle altre regioni italiane (es. Cavazzoli (RE) fra due anni), fa pensare che in futuro qualcuno esporterà legalmente in Campania rifiuti da incenerire; l' incenerimento è una soluzione ormai sgradita a Brescia come altrove in Europa al contrario di quanto si scrive sui giornali. Analogamente come le auto usate al nord vengono rivendute al sud, così la obsoleta e pericolosa tecnologia degli inceneritori verrà portata al sud e pagata con le nostre tasche.
Non diversamente da Cialdini che sulla fortezza di Gaeta continuava a bombardare anche durante le trattative della resa, Il super commissario De Gennaro si accanisce sui territori del triangolo della morte, per stoccare le sue ecoballe a due passi dall' inceneritore di Acerra, e preparare la "soluzione finale" contro i sudditi indegni dell' italia una..
Forse se portassimo la stella gialla al braccio, come gli ebrei, saremmo più rispettati..
Mi auguro che un nuovo tribunale di Norimberga sia attivato, per giudicare questi crimini ambientali contro l' umanità,
mi auguro che la scusa di "aver solo eseguito degli ordini" da parte del super commissario e dei suoi accoliti, non possa mai più essere accampata da nessuno.
Intanto malgrado la forte protesta dei cittadini onesti della campania, e l' insulso depistaggio della stampa nazionale, il silenzio istituzionale rimane ancora forte; non mi riferisco tanto a quello dei politici campani evidentemente collusi, quanto a quello delle Università campane che più di ogni altra istituzione avrebbero dovuto difendere la propria terra.
Infatti se il silenzio della politica poteva essere scontato quello delle università campane crea invece grande sconcerto.
Bene si meritano questi professori di essere snobbati dai giovani campani , che sempre più emigrano anche per laurearsi. Cosa si può mai apprendere da una simile categoria che non ha nemmeno l' orgoglio di difendere il proprio ambiente ? Un docente napoletano ci ha informato sul fatto che addirittura è stato filtrato l' invio di mails sull' argomento rifiuti, impedendone la ricezione agli indirizzi universitari ( ...@unina.it )
Questo più di ogni altra cosa ci da la misura del grado di cinismo e di cannibalismo sociale cui è giunta la società meridionale.

martedì 12 febbraio 2008

Cerchiamo i veleni sotto terra

La richiesta del sindaco di Marigliano di bonificare i suoli del comune, trova riscontro e attuabilità pratica nei metodi messi a punto da una task force dell' INGV, guidata dal Dott. Marco Marchetti.

La proposta di Marco Marchetti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv): «La vera emergenza in Campania sono i rifiuti tossici nel sottosuolo. Occorre trovare i siti e bonificarli»

Le montagne di sacchetti di immondizia ora alla ribalta sono solo la punta dell'iceberg, la vera sfida in Campania sarà la bonifica del territorio dagli scempi illegali, dagli sversamenti di sostanze tossiche e pericolose derivanti da scarti industriali. E la tecnologia per individuare le aree esiste già, una sorta di "radar dei rifiuti".

«Probabilmente la vera emergenza in Campania si trova nel sottosuolo, dove il grosso è ancora da scoprire. Quel che di tossico sta la sotto è il vero problema: occorre trovare i siti e bonificarli, per evitare rischi per la salute». Così Marco Marchetti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), commenta la crisi campana, dopo aver lavorato in passato per il commissariato per l'emergenza, in particolare nel nord della regione.

Geofisico, Marchetti è una sorta di "cacciatore di rifiuti" sotterrati. «Mi occupo dell'esplorazione geofisica del sottosuolo - spiega l'esperto - utilizzando una strumentazione per scandagliare il terreno, in cerca di rifiuti, dai fusti ferrosi a fluidi, che provocano un'anomalia. Una volta individuato il punto, i soggetti competenti eseguono campionamenti e analisi».

Invece di fare ricerche su chilometri e chilometri quadrati, questa tecnologia aiuta ad individuare il punto preciso dove trovare eventuali rifiuti abbandonati. «Per questo collaboro con carabinieri e corpo forestale dello Stato - afferma Marchetti - come nelle Marche, un paio di anni fa, dove abbiamo individuato rifiuti tossici sotto una piattaforma di cemento».

In Campania il radar avrebbe sicuramente tanto lavoro. Secondo il geofisico dell'Ingv le "piste" giuste per sapere dove cercare esistono, tra «siti già conosciuti e altri da scoprire, di cui varie fonti, dalla magistratura agli ambientalisti, parlano da anni». Un aiuto può arrivare anche dai cittadini: «Se raccontano di fumi che fuoriescono dal terreno di certo non si tratta di attività vulcanica, ma di sostanze tossiche» afferma Marchetti.

Non a caso la Campania viene anche definita la discarica d'Italia. «Studi epidemiologici parlano di "triangolo della morte" nel Nord della Regione - aggiunge Marchetti - fra Napoli, Acerra, Villa Literno, Castel Volturno e Nola, per citare alcune località. Si trovano rifiuti dappertutto, dai cavalcavia a vecchie cave riempite, fino agli scogli, i frangiflutti utilizzati come barriera in mare». Di qui la proposta del geofisico: «Propongo di attuare una seria e dettagliata campagna di monitoraggio sul territorio, per individuare i siti pericolosi e avviarne la bonifica».

lunedì 11 febbraio 2008

Sen. Tommaso Sodano contro cip 6

(dal sito del Sen. Tommaso Sodano)

Non può passare un provvedimento del Presidente del Consiglio in aperta

violazione delle norme nazionali e comunitarie". Lo dice il presidente

della Commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano commentando

l'ordinanza firmata da Romano Prodi, che garantisce per gli inceneritori

campani le agevolazioni del Cip 6.

Il riferimento è anche all'inceneritore di Salerno, "che - spiega Sodano

- nasce adesso e non può usufruire di risorse che la legge dello Stato ha

abrogato per impianti la cui costruzione non è stata ancora avviata".

"L'emergenza è vera e reale - precisa il senatore di Rifondazione

comunista - ma non si può stravolgere quello che il Parlamento ha

espressamente deciso di non ripetere, e cioè dirottare risorse per le

energie rinnovabili, soldi dalle tasche dei cittadini, verso impianti di

incenerimento".

"Né è comprensibile - osserva il parlamentare del Prc - che chi

costruisce impianti in Europa con risorse proprie, venga in Italia con la

precisa richiesta di avere i Cip 6, cioè cosatruire e gestire a spese dei

cittadini".

Sodano rileva ancora: "E' vero che i poteri di protezione civile possono

derogare alle normativa vigente - sottolinea - ma solo per tempi

limitati, mentre se passa l'autorizzazione ad erogare il Cip 6 significa

ipotecare per 9 o dieci anni risorse pubbliche a favore di questi

impianti. Non è una cosa accettabile"

"L'invito - conclude Sodano - che ribadisco a De Gennaro invece è di

promuovere poche semplici delibere che vadano nella differenziazione del

secco dall'umido e la riduzione degli imballaggi. In questo momento, la

priorità è ridurre il volume dei rifiuti che vanno in strada e domani in

discarica, avviando nello stesso tempo un ritorno ad una gestione

ordinaria dello smaltimento e della gestione".

mercoledì 6 febbraio 2008

Zanotelli benedice Marigliano


il giorno 4 febbraio alle ore 20 padre Alex Zanotelli, comboniano trentino, era a Marigliano a Boscofangone per dare coraggio ai mariglianesi; le sue parole hanno toccato i cuori di molti. Particolarmente sentite le sue esortazioni alla difesa della terra dono di Dio ed alla conservazione delle risorse naturali per il bene di tutti.
"Il diavolo brucia, Dio ricicla" questo è stato il suo motto che sintetizza la logica nefasta che pervade la società moderna. Momenti di toccante coralità al presidio sono stati raggiunti con la benedizione del fuoco, del pane e dell' olio; simboli di una condivisione fraterna nelle necessità. Presente una troupe televisiva del tg di Mentana.

venerdì 1 febbraio 2008

Prodi a sopresa "regala" i Cip 6 alla Campania

(di Massimo Ammendola)
Roma, 31 gen (Velino) - Sorpresa dell’ultima ora da Palazzo Chigi. Dalla
presidenza del Consiglio arriva un’ordinanza firmata dal presidente del
Consiglio Romano Prodi che accorda agli impianti di smaltimento dei rifiuti in
Campania il regime agevolato del Cip6 per favorirne la realizzazione. Una
vistosa deroga rispetto a quanto previsto nella Finanziaria che aboliva questo
tipo di agevolazione per gli impianti alimentati dai rifiuti a meno di decreti
ad hoc firmati dal ministero dello Sviluppo Economico.
E se quest’ultima previsione poteva far sperare almeno Acerra, il
provvedimento annunciato oggi rimette in corsa anche le aziende interessate
alla costruzione del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa e dell’impianto
di Salerno, non ancora in cantiere e nemmeno autorizzati. L’ordinanza, che
prevede una deroga nella deroga, appare comunque tempestiva dal momento che
ancora una volta la gara che consente di completare il termovalorizzatore di
Acerra è andata deserta: troppo oneroso il contratto e poco sicuro per le
banche esporsi per coprire le uniche due cordate in lizza, la francese Veolià e
l’italiana A2A. Per il commissario Gianni De Gennaro non si tratta di un grosso
problema, perché, ha spiegato durante la registrazione della trasmissione Rai
Economix, pur non aiutando a “normalizzare la situazione, influisce
relativamente sulla gestione delle emergenze”. Di diverso avviso Federambiente,
l’associazione che riunisce oltre 271 imprese d’igiene ambientale che conferma
il sostegno a De Gennaro e la volontà di concorrere alla soluzione della crisi
inviando tecnici ed esperti, ma che prima dell’annuncia di Palazzo Chigi aveva
commentato: “L’esito negativo della gara per la gestione del termovalorizzatore
di Acerra e degli impianti per la produzione del cdr a esso ausiliari non può
essere interpretato come disimpegno o rinuncia da parte delle imprese associate
a Federambiente – osserva l’associazione -. La gara è andata deserta per la
carenza nel bando delle condizioni minime imprenditoriali che avrebbero potuto
sostenere un ragionevole rischio d’impresa. Non c’è più spazio per avventure,
facili illusioni, fanatismi – spiega Federambiente -. Serve pianificare e agire
con coscienza, ragionevolezza e determinazione”

La matassa da sbrogliare per il super commissario all’emergenza rifiuti in
Campania Gianni De Gennaro rimane comunque complicata. Da Bruxelles arriva il
“warning” all’Italia che ha un mese di tempo per risolvere il problema
spazzatura. Il parere motivato inviato dalla Commissione europea per la
situazione in Campania, seconda tappa della procedura di infrazione, è l'ultimo
passaggio prima del deferimento del caso alla Corte di Giustizia europea. Il
commissario all'Ambiente Stravros Dimas chiede alle autorità italiane di
realizzare le infrastrutture di gestione dei rifiuti necessarie per garantire
una soluzione duratura a problemi che risalgono ormai a più di dieci anni.
Sempre per rimanere in Europa, oggi De Gennaro ha parlato anche della
possibilità di portare in Germania i rifiuti campani (250 mila tonnellate)
ancora giacenti nelle strade campane: “Quella tedesca è una delle vie che
stiamo esplorando”, ha spiegato il super commissario che ha anche rivelato, in
proposito, che il 5 febbraio un funzionario del commissariato sarà a Berlino
per approfondire la questione. Le critiche però sui rifiuti campani travalicano
i confini italiani. Il ministro dell’Ambiente della Sassonia Roland Wöller, una
delle zone dove vengono trasferiti 1.500 tonnellate di immondizia ogni giorno
(con due treni a Cröbern vicino Leipzig e Bremerhaven), è stato apostrofato
proprio per la gestione dell’immondizia italiana. Un’associazione ambientalista
tedesca ha infatti rivelato che lo stoccaggio non sarebbe fatto ad arte e
numerose ecoballe sarebbero rovinate, con la conseguente fuoriuscita di
materiale e avrebbe chiesto chiarimenti al ministro.


Al primo punto della lista del super commissario rimane comunque la necessità
di trovare e riaprire nuovi siti da utilizzare come discariche e per lo
stoccaggio provvisorio delle ecoballe, oltre alla necessità di rimettere a
norma gli impianti di produzione del combustibile da rifiuto (cdr). De Gennaro
ha ribadito la necessità di una collaborazione con i cittadini per la buona
riuscita dell’intera operazione e ha assicurato che la riapertura delle
discariche non sarà definitiva ma durerà solo il tempo necessario a realizzare
i nuovi impianti di trattamento. I problemi però restano. La situazione più
critica è a Marigliano dove, dopo gli scontri fra i manifestanti e le forze
dell'ordine e i blocchi stradali, è stata raggiunta una tregua. L'incontro tra
i rappresentanti del commissariato, i sindaci del nolano e una rappresentanza
dei cittadini che si oppongono all'apertura del sito di trasferenza in località
Boscofangone, ha prodotto uno stop di 24-48 ore durante le quali i tecnici
dell'Istituto Superiore di Sanità effettueranno una serie di controlli per
verificare possibili rischi all’ambiente e alla salute.
(asp/pli) 31 gen 19:39
(testo di Massimo Ammendola)

giovedì 31 gennaio 2008

Disinformazione sulla RAI

Stamane nel programma di Unomattina in studio un oncologo di nome Umberto Tirelli da Aviano dichiarava che gli inceneritori non presentano rischi per la salute....
Alle 12:40 su RAI2 nel programma di Magalli, invitata Orsola Cannavacciuolo, figlia del pastore di Acerra, ormai deceduto per tumore a causa della diossina per raccontare la storia della sua famiglia e della sua azienda agricola.
Molte omissioni dei controlli veterinari e delle ASL finalizzate a nascondere la verità sui rifiuti tossici scaricati nel sottosuolo.
L' ingenua ragazza, emotivamente provata, si lascia sfuggire testualmente "non siamo contrari all' inceneritore ..." senza sapere che l' inceneritore dove esiste e funziona "correttamente" vedi Brescia per esempio produce la stessa mortalità da tumore...

martedì 29 gennaio 2008

Disordini a Marigliano contro De Gennaro


Di fuoco la mattinata del 29 gennaio nell'area antistante la zona dei depuratori, dove, stando al piano deciso dal commissario Gianni De Gennaro, per fare fronte all'emergenza rifiuti deve essere allestito un sito di stoccaggio provvisorio di 98mila tonnellate di rifiuti indifferenziati.

Arrivato l'ordine di preparare l'allestimento dell'area per raccogliere le immondizie, del personale si è recato nell'area di Bosco Fangone. Niente da fare. I manifestanti non hanno consentito che passassero per la ferma resistenza dei cittadini.

E' partita una prima carica delle forze dell'ordine, già presenti massicciamente . Non mancano, infatti, sul sito Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza, in assetto antisommossa. Ci sarebbero dei feriti pare sei, tra cui un bambino di otto anni di Marigliano, tutti finiti in ospedale.

Tra un lancio di pietre e l'altro, stando a prime notizie, c'è stato anche un tentativo di alcune persone di forzare un cancello di ingresso del perimetro dei depuratori con un tempestivo, intervento delle forze dell'ordine. Nonostante le proteste, un escavatore sarebbe, comunque, riuscito a passare, ma la protesta continua.

martedì 22 gennaio 2008

dal dott. Marfella al Governatore del Veneto, sul presunto danno di immagine causato a Venezia da Napoli

Gent.mo dott. Galan,

sono il dottore Antonio Marfella, il medico di Napoli presente in Studio a Porta a Porta nella puntata dello scorso 10 gennaio 2008.
Le sono molto grato e riconoscente per quanto ha dichiarato e trasmesso con il suo sorriso ed il suo comportamento nel corso della puntata.
Oltre l’80% della comunicazione tra noi esseri umani non dipende dalle parole , ma da atteggiamenti e comportamenti, ed il suo sorriso , di Governatore felice di una Regione che non vive i disastri sanitari della Campania, è perfettamente motivato, giusto, illuminante e indica molto di più di un semplice buon governo.

Lei sa perfettamente che non è possibile smaltire correttamente le cosiddette ecoballe o altro materiale indifferenziato delle nostre discariche perché risulterebbero tossiche e gravemente inquinanti presso qualunque impianto finale. Come mai , se essi sono dei semplici rifiuti solidi urbani sia pure indifferenziati? Il suo sorriso e il suo comportamento sono la piu’ luminosa risposta a questa domanda. Lei aveva lo stesso sorriso tronfio e soddisfatto dei nostri truffatori di Forcella.

A Napoli si dice “fare il paccotto”: nel nostro piccolo, il truffatore si arrangia vendendo al turista sprovveduto la videocamera ultimo modello a prezzo stracciato che però poi risulta fatta di cartongesso, materiale che certo non funziona come videocamera, non di pregio, ma certamente non tossico.

Il suo sorriso, bellissimo, videogenico , era splendente come il sole a confronto dei miei occhi lucidi e del mio viso teso e rigonfio di rabbia e di dolore, esattamente come il viso di qualunque turista sprovveduto che ha subito il “paccotto” , e che non solo ha perso dei soldi, ma che soprattutto non puo’ denunciare la truffa perche’ risulterebbe colpevole di ricettazione. Complimenti, Signor Governatore, tutto fila secondo le sue luminose e redditizie intenzioni, ad oggi ancora noi in Campania ci prendiamo da venti anni il vostro “paccotto” di rifiuti tossici industriali e non possiamo neanche denunciarlo perché siamo colpevoli di omesso controllo preventivo.Il tutto viene sommerso dalla massa informe dei nostri rifiuti urbani indifferenziati con la rabbia del truffato che brucia i cassonetti e quindi fa diossina, e si coprono così, con altri reati, le prove del delitto madre di tutti i nostri mali: lo smaltimento illecito dei vostri rifiuti industriali.

Ma vede, Signor Governatore, a me non importa di essere denunciato a mia volta come allarmista e ricettatore, pur di fare incastrare il vero truffatore perche’, Signor Governatore, qui non stiamo più parlando di cartongesso, ma di diossina. Siamo venuti anche in Veneto a fare le nostre indagini e le nostre analisi e , presso il vostro ottimo laboratorio di analisi chimiche di Porto Marghera del Prof. Raccanelli, a cominciare dal nostro primo “incursore”, il Parà Colonnello Gimapiero Angeli, abbiamo cominciato a raccogliere le prove che non solo quantitativamente ma soprattutto qualitativamente abbiamo lo stesso profilo di sostanze diossino-simili dei dipendenti di Porto Marghera.

Il nostro colonnello, guarda caso, non si è mai spostato da oltre venti anni al di sopra del Garigliano ma la inchiesta ormai conclusa Terra Mia , condotta dalla Procura di S. Maria Capua Vetere, ha dimostrato, a poco più di 500 metri in linea d’aria da casa sua, lo smaltimento illecito di migliaia di tonnellate di fanghi tossici provenienti (guarda un pò) da Porto Marghera. Cio’ che non ha potuto il sangue dei nostri eroi del Risorgimento, lo ha potuto la munnezza, Signor Governatore. Grazie al vostro “paccotto”, ora non c’e’ piu’ nessuna differenza tra il nostro sangue e quello dei vostri concittadini del nord , se non per quantità assoluta della stessa munnezza, e anche su questo convengo con lei: siamo un “popolo di munnezza” più di voi!
Questo cominciano a dirmi le mie analisi sul sangue. Sarebbe stato certo meglio, e anche in questo convengo con voi, se avessimo messo noi quel famoso muro ad Ancona con tanto di dogana.

Almeno venti milioni di tonnellate di munnezza tossica industriale sarebbe rimasta a nord di quel muro , a “equiparare” ,anche in termini quantitativi, la munnezza nel sangue dei nostri cittadini. Purtroppo , il “paccotto” è riuscito benissimo e lei ha perfettamente ragione: a che titolo e diritto urliamo al ladro? Moriamo in silenzio, e possibilmente senza dare fastidio, sotto la nostra munnezza. Anche perchè cosi la nostra munnezza ordinaria puo’ continuare ad essere ben rimpinzata della vostra industriale… Siamo stati e continuiamo ad essere dei fessi, ce lo dobbiamo tenere e risolvere da noi il problema dei nostri soldi buttati , senza piangere in giro: ha perfettamente ragione!

Ma le assicuro, Signor Governatore, noi napoletani (e io per primo…) stiamo studiando, stiamo pensando e le stiamo preparando magari anche solo un semplice striscione allo stadio come accadde quando dovevamo rispondere in modo adeguato agli insulti degli ultras di Verona nella partita di ritorno ma senza fare squalificare lo stadio San Paolo. Fu srotolato un solo ed unico grande striscione senza alcuna indicazione di colore o di squadra:
“Giulietta è ‘na zoccola!” e il San Paolo non fu squalificato…
A presto rivederla, Signor Governatore, magari allo stadio.
Napoli, li 10 gennaio 2008

Antonio Marfella
Tossicologo Oncologo
Difensore Civico delle Assise di Palazzo Marigliano
di Napoli e del Mezzogiorno di Italia

mercoledì 16 gennaio 2008

La Sapienza negata dall' insipienza giacobina (il discorso negato del Papa Ratzinger nella università di Roma)


COSA DEVE DIRE UN PAPA IN UNIVERSITA'?

Magnifico Rettore, Autorità politiche e civili, Illustri docenti e personale tecnico amministrativo, cari giovani studenti!



È per me motivo di profonda gioia incontrare la comunità della "Sapienza - Università di Roma" in occasione della inaugurazione dell’anno accademico. Da secoli ormai questa Università segna il cammino e la vita della città di Roma, facendo fruttare le migliori energie intellettuali in ogni campo del sapere. Sia nel tempo in cui, dopo la fondazione voluta dal Papa Bonifacio VIII, l’istituzione era alle dirette dipendenze dell’Autorità ecclesiastica, sia successivamente quando lo Studium Urbis si è sviluppato come istituzione dello Stato italiano, la vostra comunità accademica ha conservato un grande livello scientifico e culturale, che la colloca tra le più prestigiose università del mondo.

Da sempre la Chiesa di Roma guarda con simpatia e ammirazione a questo centro universitario, riconoscendone l’impegno, talvolta arduo e faticoso, della ricerca e della formazione delle nuove generazioni. Non sono mancati in questi ultimi anni momenti significativi di collaborazione e di dialogo. Vorrei ricordare, in particolare, l’Incontro mondiale dei Rettori in occasione del Giubileo delle Università, che ha visto la vostra comunità farsi carico non solo dell’accoglienza e dell’organizzazione, ma soprattutto della profetica e complessa proposta della elaborazione di un "nuovo umanesimo per il terzo millennio".
Mi è caro, in questa circostanza, esprimere la mia gratitudine per l’invito che mi è stato rivolto a venire nella vostra università per tenervi una lezione. In questa prospettiva mi sono posto innanzitutto la domanda: che cosa può e deve dire un Papa in un’occasione come questa? Nella mia lezione a Ratisbona ho parlato, sì, da Papa, ma soprattutto ho parlato nella veste del già professore di quella mia università, cercando di collegare ricordi ed attualità. Nell’università "Sapienza", l’antica università di Roma, però, sono invitato proprio come Vescovo di Roma, e perciò debbo parlare come tale.

Certo, la "Sapienza" era un tempo l’università del Papa, ma oggi è un’università laica con quell’autonomia che, in base al suo stesso concetto fondativo, ha fatto sempre parte della natura di università, la quale deve essere legata esclusivamente all’autorità della verità. Nella sua libertà da autorità politiche ed ecclesiastiche l’università trova la sua funzione particolare, proprio anche per la società moderna, che ha bisogno di un’istituzione del genere.
Ritorno alla mia domanda di partenza: Che cosa può e deve dire il Papa nell’incontro con l’università della sua città? Riflettendo su questo interrogativo, mi è sembrato che esso ne includesse due altri, la cui chiarificazione dovrebbe condurre da sé alla risposta.

Bisogna, infatti, chiedersi: Qual è la natura e la missione del Papato? E ancora: Qual è la natura e la missione dell’università? Non vorrei in questa sede trattenere Voi e me in lunghe disquisizioni sulla natura del Papato. Basti un breve accenno. Il Papa è anzitutto Vescovo di Roma e come tale, in virtù della successione all’Apostolo Pietro, ha una responsabilità episcopale nei riguardi dell’intera Chiesa cattolica. La parola "vescovo"– episkopos, che nel suo significato immediato rimanda a "sorvegliante" – già nel Nuovo Testamento è stata fusa insieme con il concetto biblico di Pastore: egli è colui che, da un punto di osservazione sopraelevato, guarda all’insieme, prendendosi cura del giusto cammino e della coesione dell’insieme. In questo senso, tale designazione del compito orienta lo sguardo anzitutto verso l’interno della comunità credente. Il Vescovo – il Pastore – è l’uomo che si prende cura di questa comunità; colui che la conserva unita mantenendola sulla via verso Dio, indicata secondo la fede cristiana da Gesù – e non soltanto indicata: Egli stesso è per noi la via. Ma questa comunità della quale il Vescovo si prende cura – grande o piccola che sia – vive nel mondo; le sue condizioni, il suo cammino, il suo esempio e la sua parola influiscono inevitabilmente su tutto il resto della comunità umana nel suo insieme. Quanto più grande essa è, tanto più le sue buone condizioni o il suo eventuale degrado si ripercuoteranno sull’insieme dell’umanità. Vediamo oggi con molta chiarezza, come le condizioni delle religioni e come la situazione della Chiesa – le sue crisi e i suoi rinnovamenti – agiscano sull’insieme dell’umanità. Così il Papa, proprio come Pastore della sua comunità, è diventato sempre di più anche una voce della ragione etica dell’umanità.

Qui, però, emerge subito l’obiezione, secondo cui il Papa, di fatto, non parlerebbe veramente in base alla ragione etica, ma trarrebbe i suoi giudizi dalla fede e per questo non potrebbe pretendere una loro validità per quanti non condividono questa fede. Dovremo ancora ritornare su questo argomento, perché si pone qui la questione assolutamente fondamentale: Che cosa è la ragione? Come può un’affermazione – soprattutto una norma morale – dimostrarsi "ragionevole"? A questo punto vorrei per il momento solo brevemente rilevare che John Rawls, pur negando a dottrine religiose comprensive il carattere della ragione "pubblica", vede tuttavia nella loro ragione "non pubblica" almeno una ragione che non potrebbe, nel nome di una razionalità secolaristicamente indurita, essere semplicemente disconosciuta a coloro che la sostengono. Egli vede un criterio di questa ragionevolezza fra l’altro nel fatto che simili dottrine derivano da una tradizione responsabile e motivata, in cui nel corso di lunghi tempi sono state sviluppate argomentazioni sufficientemente buone a sostegno della relativa dottrina. In questa affermazione mi sembra importante il riconoscimento che l’esperienza e la dimostrazione nel corso di generazioni, il fondo storico dell’umana sapienza, sono anche un segno della sua ragionevolezza e del suo perdurante significato. Di fronte ad una ragione a-storica che cerca di autocostruirsi soltanto in una razionalità a-storica, la sapienza dell’umanità come tale - la sapienza delle grandi tradizioni religiose - è da valorizzare come realtà che non si può impunemente gettare nel cestino della storia delle idee.

Ritorniamo alla domanda di partenza. Il Papa parla come rappresentante di una comunità credente, nella quale durante i secoli della sua esistenza è maturata una determinata sapienza della vita; parla come rappresentante di una comunità che custodisce in sé un tesoro di conoscenza e di esperienza etiche, che risulta importante per l’intera umanità: in questo senso parla come rappresentante di una ragione etica.

Ma ora ci si deve chiedere: E che cosa è l’università? Qual è il suo compito? È una domanda gigantesca alla quale, ancora una volta, posso cercare di rispondere soltanto in stile quasi telegrafico con qualche osservazione. Penso si possa dire che la vera, intima origine dell’università stia nella brama di conoscenza che è propria dell’uomo. Egli vuol sapere che cosa sia tutto ciò che lo circonda. Vuole verità. In questo senso si può vedere l’interrogarsi di Socrate come l’impulso dal quale è nata l’università occidentale. Penso ad esempio - per menzionare soltanto un testo - alla disputa con Eutifrone, che di fronte a Socrate difende la religione mitica e la sua devozione. A ciò Socrate contrappone la domanda: "Tu credi che fra gli dei esistano realmente una guerra vicendevole e terribili inimicizie e combattimenti … Dobbiamo, Eutifrone, effettivamente dire che tutto ciò è vero?" (6 b - c). In questa domanda apparentemente poco devota - che, però, in Socrate derivava da una religiosità più profonda e più pura, dalla ricerca del Dio veramente divino - i cristiani dei primi secoli hanno riconosciuto se stessi e il loro cammino. Hanno accolto la loro fede non in modo positivista, o come la via d’uscita da desideri non appagati; l’hanno compresa come il dissolvimento della nebbia della religione mitologica per far posto alla scoperta di quel Dio che è Ragione creatrice e al contempo Ragione-Amore.

Per questo, l’interrogarsi della ragione sul Dio più grande come anche sulla vera natura e sul vero senso dell’essere umano era per loro non una forma problematica di mancanza di religiosità, ma faceva parte dell’essenza del loro modo di essere religiosi. Non avevano bisogno, quindi, di sciogliere o accantonare l’interrogarsi socratico, ma potevano, anzi, dovevano accoglierlo e riconoscere come parte della propria identità la ricerca faticosa della ragione per raggiungere la conoscenza della verità intera. Poteva, anzi doveva così, nell’ambito della fede cristiana, nel mondo cristiano, nascere l’università.
È necessario fare un ulteriore passo. L’uomo vuole conoscere - vuole verità. Verità è innanzitutto una cosa del vedere, del comprendere, della theoría, come la chiama la tradizione greca. Ma la verità non è mai soltanto teorica. Agostino, nel porre una correlazione tra le Beatitudini del Discorso della Montagna e i doni dello Spirito menzionati in Isaia 11, ha affermato una reciprocità tra "scientia" e "tristitia": il semplice sapere, dice, rende tristi. E di fatto - chi vede e apprende soltanto tutto ciò che avviene nel mondo, finisce per diventare triste.

Ma verità significa di più che sapere: la conoscenza della verità ha come scopo la conoscenza del bene. Questo è anche il senso dell’interrogarsi socratico: Qual è quel bene che ci rende veri? La verità ci rende buoni, e la bontà è vera: è questo l’ottimismo che vive nella fede cristiana, perché ad essa è stata concessa la visione del Logos, della Ragione creatrice che, nell’incarnazione di Dio, si è rivelata insieme come il Bene, come la Bontà stessa.
Nella teologia medievale c’è stata una disputa approfondita sul rapporto tra teoria e prassi, sulla giusta relazione tra conoscere ed agire - una disputa che qui non dobbiamo sviluppare. Di fatto l’università medievale con le sue quattro Facoltà presenta questa correlazione. Cominciamo con la Facoltà che, secondo la comprensione di allora, era la quarta, quella di medicina. Anche se era considerata più come "arte" che non come scienza, tuttavia, il suo inserimento nel cosmo dell’universitas significava chiaramente che era collocata nell’ambito della razionalità, che l’arte del guarire stava sotto la guida della ragione e veniva sottratta all’ambito della magia. Guarire è un compito che richiede sempre più della semplice ragione, ma proprio per questo ha bisogno della connessione tra sapere e potere, ha bisogno di appartenere alla sfera della ratio.
Inevitabilmente appare la questione della relazione tra prassi e teoria, tra conoscenza ed agire nella Facoltà di giurisprudenza. Si tratta del dare giusta forma alla libertà umana che è sempre libertà nella comunione reciproca: il diritto è il presupposto della libertà, non il suo antagonista.

Ma qui emerge subito la domanda: Come s’individuano i criteri di giustizia che rendono possibile una libertà vissuta insieme e servono all’essere buono dell’uomo? A questo punto s’impone un salto nel presente: è la questione del come possa essere trovata una normativa giuridica che costituisca un ordinamento della libertà, della dignità umana e dei diritti dell’uomo.
È la questione che ci occupa oggi nei processi democratici di formazione dell’opinione e che al contempo ci angustia come questione per il futuro dell’umanità. Jürgen Habermas esprime, a mio parere, un vasto consenso del pensiero attuale, quando dice che la legittimità di una carta costituzionale, quale presupposto della legalità, deriverebbe da due fonti: dalla partecipazione politica egualitaria di tutti i cittadini e dalla forma ragionevole in cui i contrasti politici vengono risolti. Riguardo a questa "forma ragionevole" egli annota che essa non può essere solo una lotta per maggioranze aritmetiche, ma che deve caratterizzarsi come un "processo di argomentazione sensibile alla verità" (wahrheitssensibles Argumentationsverfahren). È detto bene, ma è cosa molto difficile da trasformare in una prassi politica. I rappresentanti di quel pubblico "processo di argomentazione" sono - lo sappiamo - prevalentemente i partiti come responsabili della formazione della volontà politica. Di fatto, essi avranno immancabilmente di mira soprattutto il conseguimento di maggioranze e con ciò baderanno quasi inevitabilmente ad interessi che promettono di soddisfare; tali interessi però sono spesso particolari e non servono veramente all’insieme. La sensibilità per la verità sempre di nuovo viene sopraffatta dalla sensibilità per gli interessi. Io trovo significativo il fatto che Habermas parli della sensibilità per la verità come di elemento necessario nel processo di argomentazione politica, reinserendo così il concetto di verità nel dibattito filosofico ed in quello politico.

Ma allora diventa inevitabile la domanda di Pilato: Che cos’è la verità? E come la si riconosce? Se per questo si rimanda alla "ragione pubblica", come fa Rawls, segue necessariamente ancora la domanda: Che cosa è ragionevole? Come una ragione si dimostra ragione vera? In ogni caso, si rende in base a ciò evidente che, nella ricerca del diritto della libertà, della verità della giusta convivenza devono essere ascoltate istanze diverse rispetto a partiti e gruppi d’interesse, senza con ciò voler minimamente contestare la loro importanza. Torniamo così alla struttura dell’università medievale. Accanto a quella di giurisprudenza c’erano le Facoltà di filosofia e di teologia, a cui era affidata la ricerca sull’essere uomo nella sua totalità e con ciò il compito di tener desta la sensibilità per la verità. Si potrebbe dire addirittura che questo è il senso permanente e vero di ambedue le Facoltà: essere custodi della sensibilità per la verità, non permettere che l’uomo sia distolto dalla ricerca della verità. Ma come possono esse corrispondere a questo compito? Questa è una domanda per la quale bisogna sempre di nuovo affaticarsi e che non è mai posta e risolta definitivamente. Così, a questo punto, neppure io posso offrire propriamente una risposta, ma piuttosto un invito a restare in cammino con questa domanda - in cammino con i grandi che lungo tutta la storia hanno lottato e cercato, con le loro risposte e con la loro inquietudine per la verità, che rimanda continuamente al di là di ogni singola risposta.

Teologia e filosofia formano in ciò una peculiare coppia di gemelli, nella quale nessuna delle due può essere distaccata totalmente dall’altra e, tuttavia, ciascuna deve conservare il proprio compito e la propria identità. È merito storico di san Tommaso d’Aquino - di fronte alla differente risposta dei Padri a causa del loro contesto storico - di aver messo in luce l’autonomia della filosofia e con essa il diritto e la responsabilità propri della ragione che s’interroga in base alle sue forze. Differenziandosi dalle filosofie neoplatoniche, in cui religione e filosofia erano inseparabilmente intrecciate, i Padri avevano presentato la fede cristiana come la vera filosofia, sottolineando anche che questa fede corrisponde alle esigenze della ragione in ricerca della verità; che la fede è il "sì" alla verità, rispetto alle religioni mitiche diventate semplice consuetudine. Ma poi, al momento della nascita dell’università, in Occidente non esistevano più quelle religioni, ma solo il cristianesimo, e così bisognava sottolineare in modo nuovo la responsabilità propria della ragione, che non viene assorbita dalla fede. Tommaso si trovò ad agire in un momento privilegiato: per la prima volta gli scritti filosofici di Aristotele erano accessibili nella loro integralità; erano presenti le filosofie ebraiche ed arabe, come specifiche appropriazioni e prosecuzioni della filosofia greca. Così il cristianesimo, in un nuovo dialogo con la ragione degli altri, che veniva incontrando, dovette lottare per la propria ragionevolezza.

La Facoltà di filosofia che, come cosiddetta "Facoltà degli artisti", fino a quel momento era stata solo propedeutica alla teologia, divenne ora una Facoltà vera e propria, un partner autonomo della teologia e della fede in questa riflessa. Non possiamo qui soffermarci sull’avvincente confronto che ne derivò. Io direi che l’idea di san Tommaso circa il rapporto tra filosofia e teologia potrebbe essere espressa nella formula trovata dal Concilio di Calcedonia per la cristologia: filosofia e teologia devono rapportarsi tra loro "senza confusione e senza separazione". "Senza confusione" vuol dire che ognuna delle due deve conservare la propria identità. La filosofia deve rimanere veramente una ricerca della ragione nella propria libertà e nella propria responsabilità; deve vedere i suoi limiti e proprio così anche la sua grandezza e vastità. La teologia deve continuare ad attingere ad un tesoro di conoscenza che non ha inventato essa stessa, che sempre la supera e che, non essendo mai totalmente esauribile mediante la riflessione, proprio per questo avvia sempre di nuovo il pensiero. Insieme al "senza confusione" vige anche il "senza separazione": la filosofia non ricomincia ogni volta dal punto zero del soggetto pensante in modo isolato, ma sta nel grande dialogo della sapienza storica, che essa criticamente e insieme docilmente sempre di nuovo accoglie e sviluppa; ma non deve neppure chiudersi davanti a ciò che le religioni ed in particolare la fede cristiana hanno ricevuto e donato all’umanità come indicazione del cammino. Varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia e oggi ci confondono. Ma allo stesso tempo è vero che la storia dei santi, la storia dell’umanesimo cresciuto sulla basa della fede cristiana dimostra la verità di questa fede nel suo nucleo essenziale, rendendola con ciò anche un’istanza per la ragione pubblica. Certo, molto di ciò che dicono la teologia e la fede può essere fatto proprio soltanto all’interno della fede e quindi non può presentarsi come esigenza per coloro ai quali questa fede rimane inaccessibile. È vero, però, al contempo che il messaggio della fede cristiana non è mai soltanto una "comprehensive religious doctrine" nel senso di Rawls, ma una forza purificatrice per la ragione stessa, che aiuta ad essere più se stessa. Il messaggio cristiano, in base alla sua origine, dovrebbe essere sempre un incoraggiamento verso la verità e così una forza contro la pressione del potere e degli interessi.

Ebbene, finora ho solo parlato dell’università medievale, cercando tuttavia di lasciar trasparire la natura permanente dell’università e del suo compito. Nei tempi moderni si sono dischiuse nuove dimensioni del sapere, che nell’università sono valorizzate soprattutto in due grandi ambiti: innanzitutto nelle scienze naturali, che si sono sviluppate sulla base della connessione di sperimentazione e di presupposta razionalità della materia; in secondo luogo, nelle scienze storiche e umanistiche, in cui l’uomo, scrutando lo specchio della sua storia e chiarendo le dimensioni della sua natura, cerca di comprendere meglio se stesso. In questo sviluppo si è aperta all’umanità non solo una misura immensa di sapere e di potere; sono cresciuti anche la conoscenza e il riconoscimento dei diritti e della dignità dell’uomo, e di questo possiamo solo essere grati. Ma il cammino dell’uomo non può mai dirsi completato e il pericolo della caduta nella disumanità non è mai semplicemente scongiurato: come lo vediamo nel panorama della storia attuale! Il pericolo del mondo occidentale - per parlare solo di questo - è oggi che l’uomo, proprio in considerazione della grandezza del suo sapere e potere, si arrenda davanti alla questione della verità. E ciò significa allo stesso tempo che la ragione, alla fine, si piega davanti alla pressione degli interessi e all’attrattiva dell’utilità, costretta a riconoscerla come criterio ultimo. Detto dal punto di vista della struttura dell’università: esiste il pericolo che la filosofia, non sentendosi più capace del suo vero compito, si degradi in positivismo; che la teologia col suo messaggio rivolto alla ragione, venga confinata nella sfera privata di un gruppo più o meno grande.

Se però la ragione - sollecita della sua presunta purezza - diventa sorda al grande messaggio che le viene dalla fede cristiana e dalla sua sapienza, inaridisce come un albero le cui radici non raggiungono più le acque che gli danno vita. Perde il coraggio per la verità e così non diventa più grande, ma più piccola. Applicato alla nostra cultura europea ciò significa: se essa vuole solo autocostruirsi in base al cerchio delle proprie argomentazioni e a ciò che al momento la convince e - preoccupata della sua laicità - si distacca dalle radici delle quali vive, allora non diventa più ragionevole e più pura, ma si scompone e si frantuma.

Con ciò ritorno al punto di partenza. Che cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri in modo autoritario la fede, che può essere solo donata in libertà. Al di là del suo ministero di Pastore nella Chiesa e in base alla natura intrinseca di questo ministero pastorale è suo compito mantenere desta la sensibilità per la verità; invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino, sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire così Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia ed aiuta a trovare la via verso il futuro.