La richiesta del sindaco di Marigliano di bonificare i suoli del comune, trova riscontro e attuabilità pratica nei metodi messi a punto da una task force dell' INGV, guidata dal Dott. Marco Marchetti.
La proposta di Marco Marchetti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv): «La vera emergenza in Campania sono i rifiuti tossici nel sottosuolo. Occorre trovare i siti e bonificarli»
Le montagne di sacchetti di immondizia ora alla ribalta sono solo la punta dell'iceberg, la vera sfida in Campania sarà la bonifica del territorio dagli scempi illegali, dagli sversamenti di sostanze tossiche e pericolose derivanti da scarti industriali. E la tecnologia per individuare le aree esiste già, una sorta di "radar dei rifiuti".
«Probabilmente la vera emergenza in Campania si trova nel sottosuolo, dove il grosso è ancora da scoprire. Quel che di tossico sta la sotto è il vero problema: occorre trovare i siti e bonificarli, per evitare rischi per la salute». Così Marco Marchetti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), commenta la crisi campana, dopo aver lavorato in passato per il commissariato per l'emergenza, in particolare nel nord della regione.
Geofisico, Marchetti è una sorta di "cacciatore di rifiuti" sotterrati. «Mi occupo dell'esplorazione geofisica del sottosuolo - spiega l'esperto - utilizzando una strumentazione per scandagliare il terreno, in cerca di rifiuti, dai fusti ferrosi a fluidi, che provocano un'anomalia. Una volta individuato il punto, i soggetti competenti eseguono campionamenti e analisi».
Invece di fare ricerche su chilometri e chilometri quadrati, questa tecnologia aiuta ad individuare il punto preciso dove trovare eventuali rifiuti abbandonati. «Per questo collaboro con carabinieri e corpo forestale dello Stato - afferma Marchetti - come nelle Marche, un paio di anni fa, dove abbiamo individuato rifiuti tossici sotto una piattaforma di cemento».
In Campania il radar avrebbe sicuramente tanto lavoro. Secondo il geofisico dell'Ingv le "piste" giuste per sapere dove cercare esistono, tra «siti già conosciuti e altri da scoprire, di cui varie fonti, dalla magistratura agli ambientalisti, parlano da anni». Un aiuto può arrivare anche dai cittadini: «Se raccontano di fumi che fuoriescono dal terreno di certo non si tratta di attività vulcanica, ma di sostanze tossiche» afferma Marchetti.
Non a caso la Campania viene anche definita la discarica d'Italia. «Studi epidemiologici parlano di "triangolo della morte" nel Nord della Regione - aggiunge Marchetti - fra Napoli, Acerra, Villa Literno, Castel Volturno e Nola, per citare alcune località. Si trovano rifiuti dappertutto, dai cavalcavia a vecchie cave riempite, fino agli scogli, i frangiflutti utilizzati come barriera in mare». Di qui la proposta del geofisico: «Propongo di attuare una seria e dettagliata campagna di monitoraggio sul territorio, per individuare i siti pericolosi e avviarne la bonifica».
martedì 12 febbraio 2008
Cerchiamo i veleni sotto terra
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