mercoledì 13 febbraio 2008
13 Febbraio 1861, spunti di riflessione dalla presa di Gaeta
Ricorre oggi l' anniversario della caduta di Gaeta, sotto i bombardamenti terroristici operati dai fratelli d' italia, al comando di Cialdini; oggi inevitabilmente viene alla mente un paragone con le responsabilità nella crisi dei rifiuti in Campania.
Allora come oggi siamo assediati dallo stato piemontesizzato e dalle sue propagini economiche, dalle sue merci e dagli imballaggi che recano, chiamati rifiuti, ma che sono essi stessi parte della merce pagata dal consumatore meridionale; l' imballaggio non è utilizzabile dal consumatore, ma è sul solo consumatore che grava l' onere dello smaltimento.
La soluzione a tutti i costi dell' emergenza rifiuti in Campania, comandata dal Cialdini di turno alias De Gennaro, grazie ai poteri di Commissariamento straordinario, travalica ogni logica di buon senso, di controllo della spesa e di ratio legis; infatti si sono dissequestrati siti già posti sottosequestro dalla magistratura, per sovraccaricarli con ulteriore materiale indifferenziato (Pianura, Lo Uttaro) si stanno militarizzando siti già sequestrati per danno ambientale (depuratori di Marigliano) per impedire alla popolazione di protestare e per poter stoccare lì le famigerate ecoballe (rifiuti indifferenziati fuori norma e incellofanati) tanto care quanto inutili.
Il costo della allegra quanto "normalizzata" emergenza rifiuti in campania, ammonta dopo 14 anni a 2 miliardi di euro, volatilizzati in stipendi e consulenze d' oro per chiudere le bocche a destra e sinistra, oltre che per finanziarie inutili centri di imballaggio CDR.. Inutile dire che dietro i centri produzione di ecoballe, finalizzate agli inceneritori ci sono le solite aziende del nord (Impregilo, ASM). Un business trasversale che riesce a mettere tutti d' accordo, grazie ai 55 euro/tonn che si pagheranno da parte dei comuni per la combustione delle ecoballe, e grazie ad un prezzo politico triplicato per KWh di energia elettrica prodotta dalla combustione di rifiuti, pagato dall' ENEL. Di fronte ad un tale business la salute dei cittadini è una piccola cosa, ed il rispetto per le verità scientifiche ancor meno, se un Veronesi può affermare contro ogni evidenza scientifica che gli inceneritori non provocano cancro.
Tutto l' affare nasce da una combine a tavolino che definendo i rifiuti "assimilabili a fonti rinnovabili", permette di accedere immeritatamente al fondo Cip 6, sottraendo fondi per finanziare le vere fonti rinnovabili (sole, eolico), e costituito con il prelievo del 6% dalle bollette per consumo di energia pagate dai cittadini.
In questo affare, come all' epoca avvenne per tangentopoli, si sono concordati politicamente i prezzi , per garantire a priori un lucro sicuro ai partecipanti ma ciò ancora non bastava.. Illegalità nella illegalità Prodi, a governo caduto, ha concesso una deroga affinchè i fondi Cip 6 siano assegnati anche per la costruzione degli inceneritori campani; ovvero un ulteriore regalo inaspettato per il completamento degli inceneritori. Questo lucrosisssimo business ha fatto chiudere occhi ed orecchie a chi doveva vedere e sentire; non si sono minimamente considerati i costi sociali (mancata produzione agricola, disoccupazione) e la salute della collettività (spesa sanitaria per abnorme incidenza cancro).
I giornali di regime continuano a dire che i "rifiuti sono una risorsa", si hanno ragione ma per chi ?? non certo per i cittadini.
Visti i fatti dobbiamo cominciare a pensare che anche il cancro è una risorsa.... evidentemente solo per gli amici oncologi di Veronesi.
In questa vicenda campana è stata applicata la più cinica delle logiche commerciali, localizzando i costruendi inceneritori lì dove la mortalità per tumore era già alta, a causa dei rifiuti tossici interrati da 20 anni a questa parte; già nel 2004 la rivista internazionale Lancet Oncology definiva i territori di Acerra, Nola, Marigliano triangolo della morte. Lungi dal parlare di bonifica ambientale, e individuazione dei siti, possibile con i mezzi pubblici dell' INGV . Si e' invece portata avanti la logica perversa per cui la sovrapposizione di più effetti negativi (inquinamento di acqua e suolo da rifiuti tossici, più inquinamento dell' aria da inceneritore) "cancellerebbe" le responsabilità di tutti.
Se gli effetti dell' inquinamento del suolo e dell' acqua sono stati relativamente lenti e circoscritti, quelli dell' aria non lo saranno, a causa degli inceneritori; in particolare l' incertezza sul contenuto di rifiuti tossici nelle ecoballe renderebbe la soluzione degli inceneritori in campania più pericolosa che altrove. Inoltre la enorme dimensione degli inceneritori progettati per la campania, e la dismissione prossima di quelli delle altre regioni italiane (es. Cavazzoli (RE) fra due anni), fa pensare che in futuro qualcuno esporterà legalmente in Campania rifiuti da incenerire; l' incenerimento è una soluzione ormai sgradita a Brescia come altrove in Europa al contrario di quanto si scrive sui giornali. Analogamente come le auto usate al nord vengono rivendute al sud, così la obsoleta e pericolosa tecnologia degli inceneritori verrà portata al sud e pagata con le nostre tasche.
Non diversamente da Cialdini che sulla fortezza di Gaeta continuava a bombardare anche durante le trattative della resa, Il super commissario De Gennaro si accanisce sui territori del triangolo della morte, per stoccare le sue ecoballe a due passi dall' inceneritore di Acerra, e preparare la "soluzione finale" contro i sudditi indegni dell' italia una..
Forse se portassimo la stella gialla al braccio, come gli ebrei, saremmo più rispettati..
Mi auguro che un nuovo tribunale di Norimberga sia attivato, per giudicare questi crimini ambientali contro l' umanità,
mi auguro che la scusa di "aver solo eseguito degli ordini" da parte del super commissario e dei suoi accoliti, non possa mai più essere accampata da nessuno.
Intanto malgrado la forte protesta dei cittadini onesti della campania, e l' insulso depistaggio della stampa nazionale, il silenzio istituzionale rimane ancora forte; non mi riferisco tanto a quello dei politici campani evidentemente collusi, quanto a quello delle Università campane che più di ogni altra istituzione avrebbero dovuto difendere la propria terra.
Infatti se il silenzio della politica poteva essere scontato quello delle università campane crea invece grande sconcerto.
Bene si meritano questi professori di essere snobbati dai giovani campani , che sempre più emigrano anche per laurearsi. Cosa si può mai apprendere da una simile categoria che non ha nemmeno l' orgoglio di difendere il proprio ambiente ? Un docente napoletano ci ha informato sul fatto che addirittura è stato filtrato l' invio di mails sull' argomento rifiuti, impedendone la ricezione agli indirizzi universitari ( ...@unina.it )
Questo più di ogni altra cosa ci da la misura del grado di cinismo e di cannibalismo sociale cui è giunta la società meridionale.
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