I responsabili del traffico di rifiuti tossici dal veneto verso la Campania (Bacoli, Acerra, Giugliano) hanno un nome:
Carlo Valle, geometra di Arcugnano della soc. "Servizi costieri" di Porto Marghera (3 anni e 4 mesi reclusione);
Gianni Giommi,legale rappresentante della “Nuova Esa” di Marcon (Sei anni);
Giuliano Gottard (due anni e tre mesi), Gianni Gardenal (un anno e 11 mesi).
Rino Vincenzi di Altavilla, Bruno Lombardi di “Ecoveneta”; entrambi hanno
patteggiato nei mesi scorsi.
(dal giornale di Venezia 9/02/2008)
"Il tribunale di Venezia ha riconosciuto al geometra di Arcugnano l’associazione a
delinquere per la gestione di della società "Servizi Costieri" di Porto Marghera,
Sei anni a Gianni Giommi della “Nuova Esa” di Marcon.
I reflui tossici finivano in Campania.
VENEZIA
Tre anni e quattro mesi di reclusione.
Il tribunale di Venezia ha
triplicato le richieste del
pm Giorgio Gava ed ha inflitto
una pesante condanna a Carlo
Valle. Il geometra di Arcugnano,
58 anni, è stato ritenuto responsabile
dal collegio presieduto
da Sergio Trentanovi di
associazione a delinquere finalizzata
al traffico illecito di rifiuti.
Sei anni a Gianni Giommi,
legale rappresentante della “
Nuova Esa” di Marcon; due
anni e tre mesi a Giuliano Gottard,
un anno e 11 mesi a Gianni Gardenal.
Paola Valle,37anni,
figlia di Carlo, è stata invece
assolta.
Il caso è quello legato all’attività
della “Servizi costieri” di
Porto Marghera, che fu sequestrata
dai carabinieri nel marzo
di 4 anni fa e che è tutt’oggi
al centro dell’indagine del procuratore
vicentino Ivano Nelson
Salvarani sulla gestione
Aim presieduta da Beppe Rossi.
All’epoca, con Paola Valle,
era stato arrestato anche Rino
Vincenzi di Altavilla ed era stato
indagato Bruno Lombardi
di “Ecoveneta”; entrambi hanno
patteggiato nei mesi scorsi.
Amianto, solfuri, idrocarburi
per migliaia di tonnellate di rifiuti
tossici erano stati trattati
in modo illecito in Veneto e
spedite in discariche di mezza
Italia, soprattutto in Campania.
Al centro dell’indagine le
due ditte, la “Nuova Esa” e la
“Servizi costieri”, che fu poi acquisita
da Aim bonifiche scatenando un putiferio anche
politico.
Il tribunale veneziano ha
condannato i quattro imputati
anche al ripristino dello stato
dell’ambiente mentre a vario
titolo dovranno risarcire le
varie parti civili, tra comuni,
enti ed associazioni, per una
somma che si aggira intorno al
mezzo milione di euro. In particolare
ogni cittadino di Marcon
- dove la “Nuova Esa” ha
sede e stoccava rifiuti tossici -
che si era costituito parte civile
dovrà essere risarcito con
una cifra pari a 2000 euro.
Secondo quanto ricostruito
dalla procura (che aveva chiesto pene più
miti: per Valle - difeso
dall’avv. Lino Roetta - un
anno e 3 mesi, poiché il pm
non gli contestava l’associazione)
i quattro avevano organizzato
un traffico di tonnellate
di rifiuti tossici da smaltire in
discariche di mezza Italia. Per
farlo, tra l’altro, avevano miscelato
diverse tipologie di rifiuti
in modo illegale modificandone i
codici di riconoscimento. I
rifiuti tossici “trattati” (a volte
erano solo le carte ad essere
modificate) dalla società di
Marcon e stoccati da quella di
Porto Marghera, sono finiti a
Bacoli (Napoli) dove dell’alluminio
è finito in una normale
discarica, ad Acerra (Napoli)
dove un terreno è stato inquinato
da idrocarburi; mentre a
Modugno (Bari) sono finite 61
tonnellate di solfuri, e a Paese
(Treviso) è stato trovato dell’amianto.
Gli inquirenti sono riusciti a
ricostruire anche la spedizione
illecita di 270 tonnellate di
amianto in Germania e l’utilizzo
improprio di decine di discariche
come quelle di Roncade
(Treviso), S. Martino Buonalbergo (
Verona) o Giugliano (Napoli).
La ditta gestita da Valle
era accusata di numerosi illeciti,
come la questione dei fanghi
ceduti dalla Medio Chiampo di Montebello che raccoglieva i
reflui di conceria: quei fanghi,
pieni di cromo e metalli pesanti
del comparto di Arzignano,
non venivano smaltiti secondo
la legge da “Servizi costieri”,
ma diventavano, una
volta cambiata la bolla di accompagnamento,
del fertilizzante.
domenica 24 febbraio 2008
sabato 23 febbraio 2008
rifiuti e segreti 26/07/2007
Dal sito della camera risulta che durante l' audizione di alcuni docenti universitari di geologia geotecnica di Napoli, alla commissione della camera... è stata disposta la secretazione della seduta da parte del presidente Piazza... perchè ? cosa non dobbiamo sapere ?
(dal sito della Camera)
"Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse - Resoconto di giovedì 26 luglio 2007
Pag. 156
Giovedì 26 luglio 2007. - Presidenza del vicepresidente PIAZZA.
La seduta comincia alle 14.20.
Audizione del professor Giovan Battista de' Medici, docente di geologia applicata, idrogeologia e pianificazione del territorio e del professor Franco Ortolani, direttore del Dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell'Università degli studi «Federico II» di Napoli.
Il presidente PIAZZA, dopo aver ringraziato gli auditi per la disponibilità, introduce i temi dell'audizione.
Il professor DÈ MEDICI svolge un'esposizione introduttiva, nel corso della quale ha luogo la proiezione di alcune diapositive.
Durante tale esposizione, in considerazione della delicatezza propria di taluni dati ed elementi di valutazione sottoposti alla Commissione, il presidente PIAZZA dispone la secretazione della seduta.
(I lavori proseguono in seduta segreta. Indi riprendono in seduta pubblica).
Il presidente PIAZZA ringrazia gli auditi e dichiara conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.25. "
(dal sito della Camera)
"Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse - Resoconto di giovedì 26 luglio 2007
Pag. 156
Giovedì 26 luglio 2007. - Presidenza del vicepresidente PIAZZA.
La seduta comincia alle 14.20.
Audizione del professor Giovan Battista de' Medici, docente di geologia applicata, idrogeologia e pianificazione del territorio e del professor Franco Ortolani, direttore del Dipartimento di pianificazione e scienza del territorio dell'Università degli studi «Federico II» di Napoli.
Il presidente PIAZZA, dopo aver ringraziato gli auditi per la disponibilità, introduce i temi dell'audizione.
Il professor DÈ MEDICI svolge un'esposizione introduttiva, nel corso della quale ha luogo la proiezione di alcune diapositive.
Durante tale esposizione, in considerazione della delicatezza propria di taluni dati ed elementi di valutazione sottoposti alla Commissione, il presidente PIAZZA dispone la secretazione della seduta.
(I lavori proseguono in seduta segreta. Indi riprendono in seduta pubblica).
Il presidente PIAZZA ringrazia gli auditi e dichiara conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.25. "
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mercoledì 20 febbraio 2008
Ganapini chi è costui ?
Dopo il rimpasto della giunta regionale della Campania, operato da Bassolino, diventa assessore all' ambiente Walter Ganapini, chimico e docente universitario, ex presidente di Greenpeace. La domanda tuttavia non è ancora soddisfatta nè i campani
possono ritenersi soddisfatti se il neo assessore all' ambiente non risponde alla
domanda cruciale sugli inceneritori. Ieri nel corso della trasmissione Ambiente
Italia, il giornalista Rovera ha posto a Ganapini la fatidica domanda: "Ma visto che
lei era presidente di Greenpeace che ne pensa, ora che è assessore all'ambiente
ad acta nel napoletano, degli inceneritori?".
Ganapini vacilla e risponde indirettamente: "L'inceneritore di Acerra è di
reponsabilità del Commissariato ma, rassicuro i cittadini campani che
saranno predisposti 7 impianti per il CDR". Quindi, in poche parole, 7
impianti produrranno Combustibile da Rifiuto che da qualche parte dovrà
pur essere bruciato. Anzi, l'ex presidente di Greenpeace, continua dicendo che
c'è bisogno di una "nuova visione industriale nella gestione dei rifiuti"
e che, per fortuna, aziende come la Hera di Bologna hanno dato il benestare a questo
rinnovamento. A quel punto in molti si sono chiesti: chi è la Hera? L'azienda di
Bologna è una delle più grandi attività italiane industriali nel campo degli
inteverventi per l'ambiente, l'energia ed i rifiuti ed era uno dei gruppi promotori
degli impianti DISMO della Itea, azienda che sta sperimentando il macchinario
nella fabbrica Ansaldo di Gioia del Colle (BA).
Il sig. Ganapini, durante la presentazione dell'impianto DISMO ai cittadini di
Gioia del Colle e degli altri Comuni interessati dalla sperimentazione,
si era mostrato entusiasta della grande potenzialità di questa nuova
tecnologia. Ma in molti, tra ambientalisti (anche gli stessi componenti
di Greenpeace) ed esperti, avevano indicato l'impianto come qualcosa di
non molto diverso da un inceneritore. L'Itea portando con sè il dott.
Ganapini in tour per l'Italia dava apparenti garanzie alle popolazioni in
modo da evitare proteste e polemiche. Qui il paragone sorge spontaneo con un caso simile già visto a Brescia dove il marketing aziendale della ASM aveva cooptato l' ambientalista Degli Espinosa come cavallo di Troia per entrare nelle coscienze dei cittadini di Brescia : ASM sta a Degli Espinosa, come HERA sta a Ganapini ?
Che Ganapini fosse, in qualche modo, promotore di Hera lo si era già
capito, ma se n'è avuta la conferma oggi durante la trasmissione di Rai
3, grazie ai suoi ambigui interventi. Ora, che l'assessorato all'ambiente
napoletano abbia fatto di lui un consulente speciale, ci si può solo preoccupare.
Per averne conferma, basta leggere l'articolo pubblicato sulla Repubblica
di Bologna il 18 luglio 2005 in cui si denunciava che il “Dismo, macchina
sperimentale nata per l`eliminazione dei rifiuti speciali, è stata
sigillata dall`Ausl su disposizione dell`ufficio del giudice preliminare
a scopo probatorio. Il giudice ha accolto la richiesta di un dipendente
di Itea, la ditta che la produce, che si è ammalato di cancro. L`uomo
aveva presentato denuncia alla Procura della Repubblica ipotizzando che
il suo male sia legato ai fumi inquinanti della macchina che brucia a
temperature elevatissime (1600-2000 gradi) i residui industriali
contaminati da sostanze classificate come pericolose (…).
Ora il grande cilindro, un`installazione delle dimensioni di una
locomotiva, collocato sotto una tettoia accanto all`inceneritore,
nell`impianto del Frullo di Granarolo gestito da Hera, è bloccato”.
Durante la trasmissione di Rovera, erano presenti anche rappresentanti di
Legambiente che non hanno, come si poteva al contrario immaginare
trattandosi di un'associazione ambientalista, contestato molto
inceneritori e gassificatori, forse perchè, anni addietro avevano
inserito il progetto DISMO della Hera all'interno del loro “Premio
all’innovazione amica dell’ambiente”.
Peccato che da "quell'innovazione amica dell'ambiente" vengano fuori, come ha opportunamente evidenziato Guido Viale (che al contrario di Ganapini, lustra meno il suo passato e cerca di dare alla gente le corrette informazioni), ceneri sottilissime
intrise delle più pericolose sostanze chimiche, che necessitano comunque
di discariche di rifiuti speciali per lo smaltimento; polveri sottili
(<2,5 micron) che possono entrare nei bronchioli; anidride carbinica e metano che
aumentano l'effetto serra. Peccato che, come ha sottolineato lo stesso
Viale (autore, fra gli altri, dei libri "Il rifiuto del problema" e "Un
mondo usa e getta"), una volta intrapresa la raccolta differenziata porta
a porta, le percentuali arrivano al 60-70% ed il restante 30% consiste di
inerti, polvere, frattaglie con un basso potere calorifico, che non
possono alimentare gli inceneritori e, quindi, questi sono destinati a
chiudere. "Ecco perchè - ha dichiarato Viale - in Germania, dove avevano
costruito numerosi inceneritori ed ora, invece, hanno raggiunto una
soglia elevata di differenziata, gli impianti sono sottoutilizzati e rischiano di non riuscire ad ammortare l' investimento fatto. Per questo vogliono i rifiuti della Campania e del resto d'Europa. Per evitare di spegnersi definitivamente". In poche parole se "i grandi esperti convocati dallo Stato" e...dalle aziende S.p.a. la
smettessero di declamare i benefici dei "nuovi impianti industriali",
come subdolamente Ganapini continua a fare, ed, al contrario, dichiarassero,
per onestà intellettuale una volta per tutte, che la raccolta differenziata porta a porta rende inutili i termovalorizzatori.
possono ritenersi soddisfatti se il neo assessore all' ambiente non risponde alla
domanda cruciale sugli inceneritori. Ieri nel corso della trasmissione Ambiente
Italia, il giornalista Rovera ha posto a Ganapini la fatidica domanda: "Ma visto che
lei era presidente di Greenpeace che ne pensa, ora che è assessore all'ambiente
ad acta nel napoletano, degli inceneritori?".
Ganapini vacilla e risponde indirettamente: "L'inceneritore di Acerra è di
reponsabilità del Commissariato ma, rassicuro i cittadini campani che
saranno predisposti 7 impianti per il CDR". Quindi, in poche parole, 7
impianti produrranno Combustibile da Rifiuto che da qualche parte dovrà
pur essere bruciato. Anzi, l'ex presidente di Greenpeace, continua dicendo che
c'è bisogno di una "nuova visione industriale nella gestione dei rifiuti"
e che, per fortuna, aziende come la Hera di Bologna hanno dato il benestare a questo
rinnovamento. A quel punto in molti si sono chiesti: chi è la Hera? L'azienda di
Bologna è una delle più grandi attività italiane industriali nel campo degli
inteverventi per l'ambiente, l'energia ed i rifiuti ed era uno dei gruppi promotori
degli impianti DISMO della Itea, azienda che sta sperimentando il macchinario
nella fabbrica Ansaldo di Gioia del Colle (BA).
Il sig. Ganapini, durante la presentazione dell'impianto DISMO ai cittadini di
Gioia del Colle e degli altri Comuni interessati dalla sperimentazione,
si era mostrato entusiasta della grande potenzialità di questa nuova
tecnologia. Ma in molti, tra ambientalisti (anche gli stessi componenti
di Greenpeace) ed esperti, avevano indicato l'impianto come qualcosa di
non molto diverso da un inceneritore. L'Itea portando con sè il dott.
Ganapini in tour per l'Italia dava apparenti garanzie alle popolazioni in
modo da evitare proteste e polemiche. Qui il paragone sorge spontaneo con un caso simile già visto a Brescia dove il marketing aziendale della ASM aveva cooptato l' ambientalista Degli Espinosa come cavallo di Troia per entrare nelle coscienze dei cittadini di Brescia : ASM sta a Degli Espinosa, come HERA sta a Ganapini ?
Che Ganapini fosse, in qualche modo, promotore di Hera lo si era già
capito, ma se n'è avuta la conferma oggi durante la trasmissione di Rai
3, grazie ai suoi ambigui interventi. Ora, che l'assessorato all'ambiente
napoletano abbia fatto di lui un consulente speciale, ci si può solo preoccupare.
Per averne conferma, basta leggere l'articolo pubblicato sulla Repubblica
di Bologna il 18 luglio 2005 in cui si denunciava che il “Dismo, macchina
sperimentale nata per l`eliminazione dei rifiuti speciali, è stata
sigillata dall`Ausl su disposizione dell`ufficio del giudice preliminare
a scopo probatorio. Il giudice ha accolto la richiesta di un dipendente
di Itea, la ditta che la produce, che si è ammalato di cancro. L`uomo
aveva presentato denuncia alla Procura della Repubblica ipotizzando che
il suo male sia legato ai fumi inquinanti della macchina che brucia a
temperature elevatissime (1600-2000 gradi) i residui industriali
contaminati da sostanze classificate come pericolose (…).
Ora il grande cilindro, un`installazione delle dimensioni di una
locomotiva, collocato sotto una tettoia accanto all`inceneritore,
nell`impianto del Frullo di Granarolo gestito da Hera, è bloccato”.
Durante la trasmissione di Rovera, erano presenti anche rappresentanti di
Legambiente che non hanno, come si poteva al contrario immaginare
trattandosi di un'associazione ambientalista, contestato molto
inceneritori e gassificatori, forse perchè, anni addietro avevano
inserito il progetto DISMO della Hera all'interno del loro “Premio
all’innovazione amica dell’ambiente”.
Peccato che da "quell'innovazione amica dell'ambiente" vengano fuori, come ha opportunamente evidenziato Guido Viale (che al contrario di Ganapini, lustra meno il suo passato e cerca di dare alla gente le corrette informazioni), ceneri sottilissime
intrise delle più pericolose sostanze chimiche, che necessitano comunque
di discariche di rifiuti speciali per lo smaltimento; polveri sottili
(<2,5 micron) che possono entrare nei bronchioli; anidride carbinica e metano che
aumentano l'effetto serra. Peccato che, come ha sottolineato lo stesso
Viale (autore, fra gli altri, dei libri "Il rifiuto del problema" e "Un
mondo usa e getta"), una volta intrapresa la raccolta differenziata porta
a porta, le percentuali arrivano al 60-70% ed il restante 30% consiste di
inerti, polvere, frattaglie con un basso potere calorifico, che non
possono alimentare gli inceneritori e, quindi, questi sono destinati a
chiudere. "Ecco perchè - ha dichiarato Viale - in Germania, dove avevano
costruito numerosi inceneritori ed ora, invece, hanno raggiunto una
soglia elevata di differenziata, gli impianti sono sottoutilizzati e rischiano di non riuscire ad ammortare l' investimento fatto. Per questo vogliono i rifiuti della Campania e del resto d'Europa. Per evitare di spegnersi definitivamente". In poche parole se "i grandi esperti convocati dallo Stato" e...dalle aziende S.p.a. la
smettessero di declamare i benefici dei "nuovi impianti industriali",
come subdolamente Ganapini continua a fare, ed, al contrario, dichiarassero,
per onestà intellettuale una volta per tutte, che la raccolta differenziata porta a porta rende inutili i termovalorizzatori.
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mercoledì 13 febbraio 2008
13 Febbraio 1861, spunti di riflessione dalla presa di Gaeta
Ricorre oggi l' anniversario della caduta di Gaeta, sotto i bombardamenti terroristici operati dai fratelli d' italia, al comando di Cialdini; oggi inevitabilmente viene alla mente un paragone con le responsabilità nella crisi dei rifiuti in Campania.
Allora come oggi siamo assediati dallo stato piemontesizzato e dalle sue propagini economiche, dalle sue merci e dagli imballaggi che recano, chiamati rifiuti, ma che sono essi stessi parte della merce pagata dal consumatore meridionale; l' imballaggio non è utilizzabile dal consumatore, ma è sul solo consumatore che grava l' onere dello smaltimento.
La soluzione a tutti i costi dell' emergenza rifiuti in Campania, comandata dal Cialdini di turno alias De Gennaro, grazie ai poteri di Commissariamento straordinario, travalica ogni logica di buon senso, di controllo della spesa e di ratio legis; infatti si sono dissequestrati siti già posti sottosequestro dalla magistratura, per sovraccaricarli con ulteriore materiale indifferenziato (Pianura, Lo Uttaro) si stanno militarizzando siti già sequestrati per danno ambientale (depuratori di Marigliano) per impedire alla popolazione di protestare e per poter stoccare lì le famigerate ecoballe (rifiuti indifferenziati fuori norma e incellofanati) tanto care quanto inutili.
Il costo della allegra quanto "normalizzata" emergenza rifiuti in campania, ammonta dopo 14 anni a 2 miliardi di euro, volatilizzati in stipendi e consulenze d' oro per chiudere le bocche a destra e sinistra, oltre che per finanziarie inutili centri di imballaggio CDR.. Inutile dire che dietro i centri produzione di ecoballe, finalizzate agli inceneritori ci sono le solite aziende del nord (Impregilo, ASM). Un business trasversale che riesce a mettere tutti d' accordo, grazie ai 55 euro/tonn che si pagheranno da parte dei comuni per la combustione delle ecoballe, e grazie ad un prezzo politico triplicato per KWh di energia elettrica prodotta dalla combustione di rifiuti, pagato dall' ENEL. Di fronte ad un tale business la salute dei cittadini è una piccola cosa, ed il rispetto per le verità scientifiche ancor meno, se un Veronesi può affermare contro ogni evidenza scientifica che gli inceneritori non provocano cancro.
Tutto l' affare nasce da una combine a tavolino che definendo i rifiuti "assimilabili a fonti rinnovabili", permette di accedere immeritatamente al fondo Cip 6, sottraendo fondi per finanziare le vere fonti rinnovabili (sole, eolico), e costituito con il prelievo del 6% dalle bollette per consumo di energia pagate dai cittadini.
In questo affare, come all' epoca avvenne per tangentopoli, si sono concordati politicamente i prezzi , per garantire a priori un lucro sicuro ai partecipanti ma ciò ancora non bastava.. Illegalità nella illegalità Prodi, a governo caduto, ha concesso una deroga affinchè i fondi Cip 6 siano assegnati anche per la costruzione degli inceneritori campani; ovvero un ulteriore regalo inaspettato per il completamento degli inceneritori. Questo lucrosisssimo business ha fatto chiudere occhi ed orecchie a chi doveva vedere e sentire; non si sono minimamente considerati i costi sociali (mancata produzione agricola, disoccupazione) e la salute della collettività (spesa sanitaria per abnorme incidenza cancro).
I giornali di regime continuano a dire che i "rifiuti sono una risorsa", si hanno ragione ma per chi ?? non certo per i cittadini.
Visti i fatti dobbiamo cominciare a pensare che anche il cancro è una risorsa.... evidentemente solo per gli amici oncologi di Veronesi.
In questa vicenda campana è stata applicata la più cinica delle logiche commerciali, localizzando i costruendi inceneritori lì dove la mortalità per tumore era già alta, a causa dei rifiuti tossici interrati da 20 anni a questa parte; già nel 2004 la rivista internazionale Lancet Oncology definiva i territori di Acerra, Nola, Marigliano triangolo della morte. Lungi dal parlare di bonifica ambientale, e individuazione dei siti, possibile con i mezzi pubblici dell' INGV . Si e' invece portata avanti la logica perversa per cui la sovrapposizione di più effetti negativi (inquinamento di acqua e suolo da rifiuti tossici, più inquinamento dell' aria da inceneritore) "cancellerebbe" le responsabilità di tutti.
Se gli effetti dell' inquinamento del suolo e dell' acqua sono stati relativamente lenti e circoscritti, quelli dell' aria non lo saranno, a causa degli inceneritori; in particolare l' incertezza sul contenuto di rifiuti tossici nelle ecoballe renderebbe la soluzione degli inceneritori in campania più pericolosa che altrove. Inoltre la enorme dimensione degli inceneritori progettati per la campania, e la dismissione prossima di quelli delle altre regioni italiane (es. Cavazzoli (RE) fra due anni), fa pensare che in futuro qualcuno esporterà legalmente in Campania rifiuti da incenerire; l' incenerimento è una soluzione ormai sgradita a Brescia come altrove in Europa al contrario di quanto si scrive sui giornali. Analogamente come le auto usate al nord vengono rivendute al sud, così la obsoleta e pericolosa tecnologia degli inceneritori verrà portata al sud e pagata con le nostre tasche.
Non diversamente da Cialdini che sulla fortezza di Gaeta continuava a bombardare anche durante le trattative della resa, Il super commissario De Gennaro si accanisce sui territori del triangolo della morte, per stoccare le sue ecoballe a due passi dall' inceneritore di Acerra, e preparare la "soluzione finale" contro i sudditi indegni dell' italia una..
Forse se portassimo la stella gialla al braccio, come gli ebrei, saremmo più rispettati..
Mi auguro che un nuovo tribunale di Norimberga sia attivato, per giudicare questi crimini ambientali contro l' umanità,
mi auguro che la scusa di "aver solo eseguito degli ordini" da parte del super commissario e dei suoi accoliti, non possa mai più essere accampata da nessuno.
Intanto malgrado la forte protesta dei cittadini onesti della campania, e l' insulso depistaggio della stampa nazionale, il silenzio istituzionale rimane ancora forte; non mi riferisco tanto a quello dei politici campani evidentemente collusi, quanto a quello delle Università campane che più di ogni altra istituzione avrebbero dovuto difendere la propria terra.
Infatti se il silenzio della politica poteva essere scontato quello delle università campane crea invece grande sconcerto.
Bene si meritano questi professori di essere snobbati dai giovani campani , che sempre più emigrano anche per laurearsi. Cosa si può mai apprendere da una simile categoria che non ha nemmeno l' orgoglio di difendere il proprio ambiente ? Un docente napoletano ci ha informato sul fatto che addirittura è stato filtrato l' invio di mails sull' argomento rifiuti, impedendone la ricezione agli indirizzi universitari ( ...@unina.it )
Questo più di ogni altra cosa ci da la misura del grado di cinismo e di cannibalismo sociale cui è giunta la società meridionale.
martedì 12 febbraio 2008
Cerchiamo i veleni sotto terra
La richiesta del sindaco di Marigliano di bonificare i suoli del comune, trova riscontro e attuabilità pratica nei metodi messi a punto da una task force dell' INGV, guidata dal Dott. Marco Marchetti.
La proposta di Marco Marchetti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv): «La vera emergenza in Campania sono i rifiuti tossici nel sottosuolo. Occorre trovare i siti e bonificarli»
Le montagne di sacchetti di immondizia ora alla ribalta sono solo la punta dell'iceberg, la vera sfida in Campania sarà la bonifica del territorio dagli scempi illegali, dagli sversamenti di sostanze tossiche e pericolose derivanti da scarti industriali. E la tecnologia per individuare le aree esiste già, una sorta di "radar dei rifiuti".
«Probabilmente la vera emergenza in Campania si trova nel sottosuolo, dove il grosso è ancora da scoprire. Quel che di tossico sta la sotto è il vero problema: occorre trovare i siti e bonificarli, per evitare rischi per la salute». Così Marco Marchetti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), commenta la crisi campana, dopo aver lavorato in passato per il commissariato per l'emergenza, in particolare nel nord della regione.
Geofisico, Marchetti è una sorta di "cacciatore di rifiuti" sotterrati. «Mi occupo dell'esplorazione geofisica del sottosuolo - spiega l'esperto - utilizzando una strumentazione per scandagliare il terreno, in cerca di rifiuti, dai fusti ferrosi a fluidi, che provocano un'anomalia. Una volta individuato il punto, i soggetti competenti eseguono campionamenti e analisi».
Invece di fare ricerche su chilometri e chilometri quadrati, questa tecnologia aiuta ad individuare il punto preciso dove trovare eventuali rifiuti abbandonati. «Per questo collaboro con carabinieri e corpo forestale dello Stato - afferma Marchetti - come nelle Marche, un paio di anni fa, dove abbiamo individuato rifiuti tossici sotto una piattaforma di cemento».
In Campania il radar avrebbe sicuramente tanto lavoro. Secondo il geofisico dell'Ingv le "piste" giuste per sapere dove cercare esistono, tra «siti già conosciuti e altri da scoprire, di cui varie fonti, dalla magistratura agli ambientalisti, parlano da anni». Un aiuto può arrivare anche dai cittadini: «Se raccontano di fumi che fuoriescono dal terreno di certo non si tratta di attività vulcanica, ma di sostanze tossiche» afferma Marchetti.
Non a caso la Campania viene anche definita la discarica d'Italia. «Studi epidemiologici parlano di "triangolo della morte" nel Nord della Regione - aggiunge Marchetti - fra Napoli, Acerra, Villa Literno, Castel Volturno e Nola, per citare alcune località. Si trovano rifiuti dappertutto, dai cavalcavia a vecchie cave riempite, fino agli scogli, i frangiflutti utilizzati come barriera in mare». Di qui la proposta del geofisico: «Propongo di attuare una seria e dettagliata campagna di monitoraggio sul territorio, per individuare i siti pericolosi e avviarne la bonifica».
La proposta di Marco Marchetti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv): «La vera emergenza in Campania sono i rifiuti tossici nel sottosuolo. Occorre trovare i siti e bonificarli»
Le montagne di sacchetti di immondizia ora alla ribalta sono solo la punta dell'iceberg, la vera sfida in Campania sarà la bonifica del territorio dagli scempi illegali, dagli sversamenti di sostanze tossiche e pericolose derivanti da scarti industriali. E la tecnologia per individuare le aree esiste già, una sorta di "radar dei rifiuti".
«Probabilmente la vera emergenza in Campania si trova nel sottosuolo, dove il grosso è ancora da scoprire. Quel che di tossico sta la sotto è il vero problema: occorre trovare i siti e bonificarli, per evitare rischi per la salute». Così Marco Marchetti, dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), commenta la crisi campana, dopo aver lavorato in passato per il commissariato per l'emergenza, in particolare nel nord della regione.
Geofisico, Marchetti è una sorta di "cacciatore di rifiuti" sotterrati. «Mi occupo dell'esplorazione geofisica del sottosuolo - spiega l'esperto - utilizzando una strumentazione per scandagliare il terreno, in cerca di rifiuti, dai fusti ferrosi a fluidi, che provocano un'anomalia. Una volta individuato il punto, i soggetti competenti eseguono campionamenti e analisi».
Invece di fare ricerche su chilometri e chilometri quadrati, questa tecnologia aiuta ad individuare il punto preciso dove trovare eventuali rifiuti abbandonati. «Per questo collaboro con carabinieri e corpo forestale dello Stato - afferma Marchetti - come nelle Marche, un paio di anni fa, dove abbiamo individuato rifiuti tossici sotto una piattaforma di cemento».
In Campania il radar avrebbe sicuramente tanto lavoro. Secondo il geofisico dell'Ingv le "piste" giuste per sapere dove cercare esistono, tra «siti già conosciuti e altri da scoprire, di cui varie fonti, dalla magistratura agli ambientalisti, parlano da anni». Un aiuto può arrivare anche dai cittadini: «Se raccontano di fumi che fuoriescono dal terreno di certo non si tratta di attività vulcanica, ma di sostanze tossiche» afferma Marchetti.
Non a caso la Campania viene anche definita la discarica d'Italia. «Studi epidemiologici parlano di "triangolo della morte" nel Nord della Regione - aggiunge Marchetti - fra Napoli, Acerra, Villa Literno, Castel Volturno e Nola, per citare alcune località. Si trovano rifiuti dappertutto, dai cavalcavia a vecchie cave riempite, fino agli scogli, i frangiflutti utilizzati come barriera in mare». Di qui la proposta del geofisico: «Propongo di attuare una seria e dettagliata campagna di monitoraggio sul territorio, per individuare i siti pericolosi e avviarne la bonifica».
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lunedì 11 febbraio 2008
Sen. Tommaso Sodano contro cip 6
(dal sito del Sen. Tommaso Sodano)
Non può passare un provvedimento del Presidente del Consiglio in aperta
violazione delle norme nazionali e comunitarie". Lo dice il presidente
della Commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano commentando
l'ordinanza firmata da Romano Prodi, che garantisce per gli inceneritori
campani le agevolazioni del Cip 6.
Il riferimento è anche all'inceneritore di Salerno, "che - spiega Sodano
- nasce adesso e non può usufruire di risorse che la legge dello Stato ha
abrogato per impianti la cui costruzione non è stata ancora avviata".
"L'emergenza è vera e reale - precisa il senatore di Rifondazione
comunista - ma non si può stravolgere quello che il Parlamento ha
espressamente deciso di non ripetere, e cioè dirottare risorse per le
energie rinnovabili, soldi dalle tasche dei cittadini, verso impianti di
incenerimento".
"Né è comprensibile - osserva il parlamentare del Prc - che chi
costruisce impianti in Europa con risorse proprie, venga in Italia con la
precisa richiesta di avere i Cip 6, cioè cosatruire e gestire a spese dei
cittadini".
Sodano rileva ancora: "E' vero che i poteri di protezione civile possono
derogare alle normativa vigente - sottolinea - ma solo per tempi
limitati, mentre se passa l'autorizzazione ad erogare il Cip 6 significa
ipotecare per 9 o dieci anni risorse pubbliche a favore di questi
impianti. Non è una cosa accettabile"
"L'invito - conclude Sodano - che ribadisco a De Gennaro invece è di
promuovere poche semplici delibere che vadano nella differenziazione del
secco dall'umido e la riduzione degli imballaggi. In questo momento, la
priorità è ridurre il volume dei rifiuti che vanno in strada e domani in
discarica, avviando nello stesso tempo un ritorno ad una gestione
ordinaria dello smaltimento e della gestione".
Non può passare un provvedimento del Presidente del Consiglio in aperta
violazione delle norme nazionali e comunitarie". Lo dice il presidente
della Commissione Ambiente del Senato, Tommaso Sodano commentando
l'ordinanza firmata da Romano Prodi, che garantisce per gli inceneritori
campani le agevolazioni del Cip 6.
Il riferimento è anche all'inceneritore di Salerno, "che - spiega Sodano
- nasce adesso e non può usufruire di risorse che la legge dello Stato ha
abrogato per impianti la cui costruzione non è stata ancora avviata".
"L'emergenza è vera e reale - precisa il senatore di Rifondazione
comunista - ma non si può stravolgere quello che il Parlamento ha
espressamente deciso di non ripetere, e cioè dirottare risorse per le
energie rinnovabili, soldi dalle tasche dei cittadini, verso impianti di
incenerimento".
"Né è comprensibile - osserva il parlamentare del Prc - che chi
costruisce impianti in Europa con risorse proprie, venga in Italia con la
precisa richiesta di avere i Cip 6, cioè cosatruire e gestire a spese dei
cittadini".
Sodano rileva ancora: "E' vero che i poteri di protezione civile possono
derogare alle normativa vigente - sottolinea - ma solo per tempi
limitati, mentre se passa l'autorizzazione ad erogare il Cip 6 significa
ipotecare per 9 o dieci anni risorse pubbliche a favore di questi
impianti. Non è una cosa accettabile"
"L'invito - conclude Sodano - che ribadisco a De Gennaro invece è di
promuovere poche semplici delibere che vadano nella differenziazione del
secco dall'umido e la riduzione degli imballaggi. In questo momento, la
priorità è ridurre il volume dei rifiuti che vanno in strada e domani in
discarica, avviando nello stesso tempo un ritorno ad una gestione
ordinaria dello smaltimento e della gestione".
mercoledì 6 febbraio 2008
Zanotelli benedice Marigliano
il giorno 4 febbraio alle ore 20 padre Alex Zanotelli, comboniano trentino, era a Marigliano a Boscofangone per dare coraggio ai mariglianesi; le sue parole hanno toccato i cuori di molti. Particolarmente sentite le sue esortazioni alla difesa della terra dono di Dio ed alla conservazione delle risorse naturali per il bene di tutti.
"Il diavolo brucia, Dio ricicla" questo è stato il suo motto che sintetizza la logica nefasta che pervade la società moderna. Momenti di toccante coralità al presidio sono stati raggiunti con la benedizione del fuoco, del pane e dell' olio; simboli di una condivisione fraterna nelle necessità. Presente una troupe televisiva del tg di Mentana.
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venerdì 1 febbraio 2008
Prodi a sopresa "regala" i Cip 6 alla Campania
(di Massimo Ammendola)
Roma, 31 gen (Velino) - Sorpresa dell’ultima ora da Palazzo Chigi. Dalla
presidenza del Consiglio arriva un’ordinanza firmata dal presidente del
Consiglio Romano Prodi che accorda agli impianti di smaltimento dei rifiuti in
Campania il regime agevolato del Cip6 per favorirne la realizzazione. Una
vistosa deroga rispetto a quanto previsto nella Finanziaria che aboliva questo
tipo di agevolazione per gli impianti alimentati dai rifiuti a meno di decreti
ad hoc firmati dal ministero dello Sviluppo Economico.
E se quest’ultima previsione poteva far sperare almeno Acerra, il
provvedimento annunciato oggi rimette in corsa anche le aziende interessate
alla costruzione del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa e dell’impianto
di Salerno, non ancora in cantiere e nemmeno autorizzati. L’ordinanza, che
prevede una deroga nella deroga, appare comunque tempestiva dal momento che
ancora una volta la gara che consente di completare il termovalorizzatore di
Acerra è andata deserta: troppo oneroso il contratto e poco sicuro per le
banche esporsi per coprire le uniche due cordate in lizza, la francese Veolià e
l’italiana A2A. Per il commissario Gianni De Gennaro non si tratta di un grosso
problema, perché, ha spiegato durante la registrazione della trasmissione Rai
Economix, pur non aiutando a “normalizzare la situazione, influisce
relativamente sulla gestione delle emergenze”. Di diverso avviso Federambiente,
l’associazione che riunisce oltre 271 imprese d’igiene ambientale che conferma
il sostegno a De Gennaro e la volontà di concorrere alla soluzione della crisi
inviando tecnici ed esperti, ma che prima dell’annuncia di Palazzo Chigi aveva
commentato: “L’esito negativo della gara per la gestione del termovalorizzatore
di Acerra e degli impianti per la produzione del cdr a esso ausiliari non può
essere interpretato come disimpegno o rinuncia da parte delle imprese associate
a Federambiente – osserva l’associazione -. La gara è andata deserta per la
carenza nel bando delle condizioni minime imprenditoriali che avrebbero potuto
sostenere un ragionevole rischio d’impresa. Non c’è più spazio per avventure,
facili illusioni, fanatismi – spiega Federambiente -. Serve pianificare e agire
con coscienza, ragionevolezza e determinazione”
La matassa da sbrogliare per il super commissario all’emergenza rifiuti in
Campania Gianni De Gennaro rimane comunque complicata. Da Bruxelles arriva il
“warning” all’Italia che ha un mese di tempo per risolvere il problema
spazzatura. Il parere motivato inviato dalla Commissione europea per la
situazione in Campania, seconda tappa della procedura di infrazione, è l'ultimo
passaggio prima del deferimento del caso alla Corte di Giustizia europea. Il
commissario all'Ambiente Stravros Dimas chiede alle autorità italiane di
realizzare le infrastrutture di gestione dei rifiuti necessarie per garantire
una soluzione duratura a problemi che risalgono ormai a più di dieci anni.
Sempre per rimanere in Europa, oggi De Gennaro ha parlato anche della
possibilità di portare in Germania i rifiuti campani (250 mila tonnellate)
ancora giacenti nelle strade campane: “Quella tedesca è una delle vie che
stiamo esplorando”, ha spiegato il super commissario che ha anche rivelato, in
proposito, che il 5 febbraio un funzionario del commissariato sarà a Berlino
per approfondire la questione. Le critiche però sui rifiuti campani travalicano
i confini italiani. Il ministro dell’Ambiente della Sassonia Roland Wöller, una
delle zone dove vengono trasferiti 1.500 tonnellate di immondizia ogni giorno
(con due treni a Cröbern vicino Leipzig e Bremerhaven), è stato apostrofato
proprio per la gestione dell’immondizia italiana. Un’associazione ambientalista
tedesca ha infatti rivelato che lo stoccaggio non sarebbe fatto ad arte e
numerose ecoballe sarebbero rovinate, con la conseguente fuoriuscita di
materiale e avrebbe chiesto chiarimenti al ministro.
Al primo punto della lista del super commissario rimane comunque la necessità
di trovare e riaprire nuovi siti da utilizzare come discariche e per lo
stoccaggio provvisorio delle ecoballe, oltre alla necessità di rimettere a
norma gli impianti di produzione del combustibile da rifiuto (cdr). De Gennaro
ha ribadito la necessità di una collaborazione con i cittadini per la buona
riuscita dell’intera operazione e ha assicurato che la riapertura delle
discariche non sarà definitiva ma durerà solo il tempo necessario a realizzare
i nuovi impianti di trattamento. I problemi però restano. La situazione più
critica è a Marigliano dove, dopo gli scontri fra i manifestanti e le forze
dell'ordine e i blocchi stradali, è stata raggiunta una tregua. L'incontro tra
i rappresentanti del commissariato, i sindaci del nolano e una rappresentanza
dei cittadini che si oppongono all'apertura del sito di trasferenza in località
Boscofangone, ha prodotto uno stop di 24-48 ore durante le quali i tecnici
dell'Istituto Superiore di Sanità effettueranno una serie di controlli per
verificare possibili rischi all’ambiente e alla salute.
(asp/pli) 31 gen 19:39
(testo di Massimo Ammendola)
Roma, 31 gen (Velino) - Sorpresa dell’ultima ora da Palazzo Chigi. Dalla
presidenza del Consiglio arriva un’ordinanza firmata dal presidente del
Consiglio Romano Prodi che accorda agli impianti di smaltimento dei rifiuti in
Campania il regime agevolato del Cip6 per favorirne la realizzazione. Una
vistosa deroga rispetto a quanto previsto nella Finanziaria che aboliva questo
tipo di agevolazione per gli impianti alimentati dai rifiuti a meno di decreti
ad hoc firmati dal ministero dello Sviluppo Economico.
E se quest’ultima previsione poteva far sperare almeno Acerra, il
provvedimento annunciato oggi rimette in corsa anche le aziende interessate
alla costruzione del termovalorizzatore di Santa Maria La Fossa e dell’impianto
di Salerno, non ancora in cantiere e nemmeno autorizzati. L’ordinanza, che
prevede una deroga nella deroga, appare comunque tempestiva dal momento che
ancora una volta la gara che consente di completare il termovalorizzatore di
Acerra è andata deserta: troppo oneroso il contratto e poco sicuro per le
banche esporsi per coprire le uniche due cordate in lizza, la francese Veolià e
l’italiana A2A. Per il commissario Gianni De Gennaro non si tratta di un grosso
problema, perché, ha spiegato durante la registrazione della trasmissione Rai
Economix, pur non aiutando a “normalizzare la situazione, influisce
relativamente sulla gestione delle emergenze”. Di diverso avviso Federambiente,
l’associazione che riunisce oltre 271 imprese d’igiene ambientale che conferma
il sostegno a De Gennaro e la volontà di concorrere alla soluzione della crisi
inviando tecnici ed esperti, ma che prima dell’annuncia di Palazzo Chigi aveva
commentato: “L’esito negativo della gara per la gestione del termovalorizzatore
di Acerra e degli impianti per la produzione del cdr a esso ausiliari non può
essere interpretato come disimpegno o rinuncia da parte delle imprese associate
a Federambiente – osserva l’associazione -. La gara è andata deserta per la
carenza nel bando delle condizioni minime imprenditoriali che avrebbero potuto
sostenere un ragionevole rischio d’impresa. Non c’è più spazio per avventure,
facili illusioni, fanatismi – spiega Federambiente -. Serve pianificare e agire
con coscienza, ragionevolezza e determinazione”
La matassa da sbrogliare per il super commissario all’emergenza rifiuti in
Campania Gianni De Gennaro rimane comunque complicata. Da Bruxelles arriva il
“warning” all’Italia che ha un mese di tempo per risolvere il problema
spazzatura. Il parere motivato inviato dalla Commissione europea per la
situazione in Campania, seconda tappa della procedura di infrazione, è l'ultimo
passaggio prima del deferimento del caso alla Corte di Giustizia europea. Il
commissario all'Ambiente Stravros Dimas chiede alle autorità italiane di
realizzare le infrastrutture di gestione dei rifiuti necessarie per garantire
una soluzione duratura a problemi che risalgono ormai a più di dieci anni.
Sempre per rimanere in Europa, oggi De Gennaro ha parlato anche della
possibilità di portare in Germania i rifiuti campani (250 mila tonnellate)
ancora giacenti nelle strade campane: “Quella tedesca è una delle vie che
stiamo esplorando”, ha spiegato il super commissario che ha anche rivelato, in
proposito, che il 5 febbraio un funzionario del commissariato sarà a Berlino
per approfondire la questione. Le critiche però sui rifiuti campani travalicano
i confini italiani. Il ministro dell’Ambiente della Sassonia Roland Wöller, una
delle zone dove vengono trasferiti 1.500 tonnellate di immondizia ogni giorno
(con due treni a Cröbern vicino Leipzig e Bremerhaven), è stato apostrofato
proprio per la gestione dell’immondizia italiana. Un’associazione ambientalista
tedesca ha infatti rivelato che lo stoccaggio non sarebbe fatto ad arte e
numerose ecoballe sarebbero rovinate, con la conseguente fuoriuscita di
materiale e avrebbe chiesto chiarimenti al ministro.
Al primo punto della lista del super commissario rimane comunque la necessità
di trovare e riaprire nuovi siti da utilizzare come discariche e per lo
stoccaggio provvisorio delle ecoballe, oltre alla necessità di rimettere a
norma gli impianti di produzione del combustibile da rifiuto (cdr). De Gennaro
ha ribadito la necessità di una collaborazione con i cittadini per la buona
riuscita dell’intera operazione e ha assicurato che la riapertura delle
discariche non sarà definitiva ma durerà solo il tempo necessario a realizzare
i nuovi impianti di trattamento. I problemi però restano. La situazione più
critica è a Marigliano dove, dopo gli scontri fra i manifestanti e le forze
dell'ordine e i blocchi stradali, è stata raggiunta una tregua. L'incontro tra
i rappresentanti del commissariato, i sindaci del nolano e una rappresentanza
dei cittadini che si oppongono all'apertura del sito di trasferenza in località
Boscofangone, ha prodotto uno stop di 24-48 ore durante le quali i tecnici
dell'Istituto Superiore di Sanità effettueranno una serie di controlli per
verificare possibili rischi all’ambiente e alla salute.
(asp/pli) 31 gen 19:39
(testo di Massimo Ammendola)
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